Sangue innocente a Manchester

Terrorismo: “L’uso di violenza illegittima, finalizzata a incutere terrore nei membri di una collettività organizzata e a destabilizzarne o restaurarne l’ordine, mediante azioni quali attentati, rapimenti, dirottamenti di aerei e simili” (Treccani).

Prima di agire all’ingresso dell’“Arena” di Manchester deve aver consultato il vocabolario il “verme solitario” – per favore, non chiamatelo “lupo”, fareste un grave torto alla nobiltà di quell’animale – che si è fatto esplodere l’altra notte provocando una strage d’innocenti. Ventidue morti e 59 feriti, questo il bilancio provvisorio dell’attentato che, per modalità e tempistica, mostra in controluce la sporca mano del jihadismo islamico. Strage di ragazzi e di bambini colti di sorpresa all’uscita dal concerto, appena concluso, di un loro idolo: la cantante americana Ariana Grande, icona pop dei teenagers.

Il “verme solitario” ha scelto con cura il suo obiettivo. Ma colpire al cuore una città e un Paese, la Gran Bretagna, non è stato l’unico scopo della sua missione di morte. Il luogo e l’evento hanno avuto un peso determinante nella logica dell’attacco. La bomba è stata diretta contro uno stile di vita, improntato alla libertà di circolazione delle persone e alla ricerca della bellezza e della felicità attraverso la musica, che è da sempre il bersaglio principale del nemico che ci odia. Le vittime, non a caso, sono adolescenti e bambini, cioè la speranza di futuro per una comunità umana. Se vuoi distruggere una pianta, recidi le radici. Esattamente ciò che pensa di fare l’Is, lo Stato islamico, servendosi dei tanti “vermi solitari” che vivono e si sviluppano negli interstizi delle nostre società.

Nessuna meraviglia se tra qualche ora si apprenderà che l’attentatore era cittadino britannico. Gli agenti patogeni che fanno più danno non devono essere necessariamente inoculati dall’esterno. Nascono e crescono all’interno dell’accogliente organismo occidentale. Proprio come le tenie: i parassiti che possono infestare l’apparato intestinale del corpo più sano. Il massacro di Manchester restituisce la fotografia di una verità innegabile: il terrorismo di matrice jihadista è ormai un fattore strutturale nelle dinamiche delle democrazie sviluppate. Con esso bisogna fare i conti prevenendolo e, se possibile, debellandolo mediante l’utilizzo di tutte le armi disponibili, senza lasciarsi sopraffare da autolesionistici istinti buonisti. L’offesa più grande che i governi europei potrebbero recare alla memoria degli sventurati di Manchester è di allentare la pressione nella lotta senza quartiere all’islamismo radicale contro cui siamo in guerra. Tuttavia, c’è un gap tra i due fronti che va colmato: loro pensano di terrorizzarci con le bombe e le stragi, noi, che mai andremmo a mettere ordigni esplosivi nelle scuole dei loro figli o nei mercati dove le loro donne acquistano il cibo, abbiamo il dovere di non cadere in trappola. Ma essere superiori in civiltà non significa negarsi lo strumento legittimo della controffensiva.

Sarà pure un ragionamento ruvido, sgradevole alle orecchie sensibili dei pacifisti di casa nostra, ma è il solo che non il fanatismo ma il buon senso ci consente. Il presidente statunitense Donald Trump ha appena concluso affari miliardari grazie alla vendita di armi ai Paesi musulmani sunniti del Medio Oriente, capitanati dall’Arabia Saudita. Speriamo solo che abbia preso delle cautele assicurandosi che siano stati troncati i rapporti occulti che hanno legato quegli ambienti di potere al mondo dell’islamismo radicale. Purtroppo, in passato, i nostri alleati d’Oltreoceano non hanno brillato in acume geopolitico. Per anni hanno fornito appoggi e risorse proprio a quegli integralisti che hanno preso a mordere la mano che li nutriva. Sarebbe terribile se, dopo una storia lunga trent’anni e oltre, almeno dal tempo dell’invasione sovietica dell’Afghanistan, l’Occidente tutto non avesse ancora imparato la lezione. Stroncarli a casa loro e, mediante un’efficace azione di polizia e d’intelligence da coordinare all’interno del perimetro occidentale, prevenire i piani criminali dei “vermi solitari” più o meno telecomandati dai loro mandanti acquartierati in Medio Oriente. Non c’è da fare altro. D’altro canto, sono le ricette più semplici quelle che danno miglior risultato.

Aggiornato il 23 maggio 2017 alle ore 21:47