"Russiagate", nominato procuratore speciale: è l'ex capo Fbi

giovedì 18 maggio 2017


Svolta sul cosiddetto "Russiagate". Il Dipartimento di giustizia americano ha infatti deciso di nominare un procuratore speciale con l'incarico di sovrintendere le indagini federali in corso: dalle interferenze di Mosca sulle elezioni presidenziali Usa del 2016 ai possibili legami tra la campagna di Donald Trump e agenti russi. L'incarico di "super commissario" è stato affidato all'ex direttore dell'Fbi Robert Mueller, che gode non solo di una enorme stima all'interno del bureau investigativo che ha guidato per dodici anni, ma anche di un consenso bipartisan per le sue indiscusse capacità professionali.

"Le indagini dimostreranno che non c'è stata nessuna collusione tra la mia campagna ed alcuna entità straniera": è questo il commento di Donald Trump, affidato ad una nota diffusa dalla Casa Bianca 90 minuti dopo l'annuncio della nomina di Mueller data dal vice ministro della giustizia Rod Rosenstein. "Spero che questa questione si chiuda rapidamente. Nel frattempo - aggiunge il presidente americano - non smetterò mai di combattere per la gente e per le questioni che più importano per il futuro del Paese".

Mueller godrà di una enorme indipendenza, più grande di quella che avrebbe avuto il ministro della giustizia Jeff Sessions, costretto alcune settimane fa a un passo indietro per il suo coinvolgimento indiretto nel caso. L'ex capo dell'Fbi avrà infatti la facoltà di decidere fino a quale punto consultarsi e informare il dipartimento di giustizia sugli sviluppi delle indagini. E queste potrebbero subire un'accelerazione con risvolti inediti. La nomina di Mueller - dimessosi dal suo lavoro in un'azienda privata per evitare ogni conflitto di interesse - viene incontro anche all'insistente pressing dei democratici che a gran voce chiedono da settimane indagini più indipendenti e trasparenti. Indagini che dovrebbero subire un impulso non da poco, visto la fama di rude e scrupoloso investigatore che Mueller ha maturato all'Fbi dal 2001 (nominato da George W. Bush) al 2013.

Intanto il New York Times ha rivelato che Michael Flynn avrebbe avvertito il team di Donald Trump che era indagato per il suo lavoro di lobbista per la Turchia durante la campagna elettorale, settimane prima dell'insediamento del tycoon alla Casa Bianca. Il quotidiano newyorkese scrive che Flynn parlò della sua situazione a un esponente del "transition team", Donald McGahn, oggi consulente legale della Casa Bianca. 


di Redazione