Corea del Nord: Italia pronta a rafforzare le sanzioni

L'Italia è pronta a rafforzare il regime sanzionatorio in risposta alle violazioni della Corea del Nord, tenendo presente che le sanzioni devono rimanere uno strumento in una strategia più ampia per il raggiungimento di una soluzione pacifica e definitiva al problema, a partire dalla rinuncia alle capacità balistiche e nucleari da parte di Pyongyang. È questa la posizione del nostro Paese emersa nel corso delle consultazioni del Consiglio di Sicurezza sull'ultimo lancio balistico di Pyongyang. Posizione espressa dal Rappresentante Permanente italiano Sebastiano Cardi.

L'Italia è impegnata a favore della piena attuazione delle risoluzioni del Consiglio: come Presidente del Comitato 1718 sulle sanzioni alla Corea del Nord, la delegazione italiana all'Onu mantiene un costante dialogo con tutti gli Stati membri e lavora in stretto coordinamento con il Panel di esperti per rendere le sanzioni più efficaci. Nel corso delle consultazioni Cardi ha espresso la condanna dell'Italia per le continue e flagranti violazioni delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza. Come già espresso dal Ministro degli esteri Angelino Alfano, quest'ultimo episodio costituisce una seria minaccia alla pace e alla sicurezza internazionali e al regime di non proliferazione globale, ha ribadito l'ambasciatore.

Intanto il maggior responsabile militare americano nel Pacifico, l'ammiraglio Harry Harris Jr. ha dichiarato che le recenti azioni militari della Corea del Nord sono "una ricetta per il disastro", mettendo in guardia contro una eccessiva accondiscendenza nei confronti delle crescenti tensioni nella penisola coreana. Harry Harris jr. ha tenuto una conferenza per un "think tank" di Tokyo dopo un incontro con i vertici giapponesi incentrato, ha riferito, sui missili e i programmi nucleari nordcoreani. La Corea del Nord ha lanciato domenica scorsa un missile ritenuto da molti esperti il più avanzato finora, in grado di volare più lontano e più a lungo di quelli precedenti. A Tokyo Harris ha incontrato il primo ministro Shinzo Abe, il ministro degli Esteri Fumio Kishida e quello della Difesa Tomomi Inada.

Aggiornato il 17 maggio 2017 alle ore 15:57