In Kazakistan colloqui di vitale importanza

“Finalmente vediamo intorno allo stesso tavolo sia le forze governative siriane che le forze di opposizione - commenta Manuel Santoro, segretario nazionale del partito della Convergenza Socialista - ad esclusione, come è ovvio, di al-Nusra e dello Stato islamico. Il merito di questo imponente lavoro di ricucitura politica va senza dubbio al governo del Kazakistan, ai tre Paesi che hanno lavorato per il cessate il fuoco del 29 dicembre, vale a dire Russia, Turchia e Iran, all’Inviato speciale del segretario generale dell’Onu per la Siria, Staffan de Mistura, e all’ambasciatore americano in Kazakistan. Rimane fondamentale - continua Santoro - incentivare il dialogo tra le parti e arrivare ad una soluzione politica della questione siriana dove non prevalga la insensata volontà di imposizione sugli altri, ma ci si avvii su un percorso democratico che permetta ai siriani, e solo ai siriani, di scegliere il futuro politico del proprio Paese. Sono irricevibili, quindi - prosegue Santoro - tutti i tentativi dell’opposizione siriana presente ad Astana di voler imporre, senza alcun processo democratico, la ‘destituzione’ di Bashar al-Assad, così come sono irricevibili forzature del governo siriano che portino verso una accentuazione del potere costituito che eviti de facto il ricorso a elezioni in Siria. Il processo di pace siriano dovrà necessariamente condurre a elezioni corrette, libere e democratiche alle quali tutti i siriani potranno accedere e partecipare, siano essi filo-governativi o membri dell’opposizione ad Assad. Quello che non deve succedere è che una delle due parti prenda il sopravvento con unilaterali forzature oppure con l’uso della violenza. Vale a dire con strumenti antidemocratici. È nostro dovere - conclude Santoro - condannare qualsiasi tentativo di ‘esportazione della democrazia’ dall’esterno, con l’uso della forza e, in generale, di metodi violenti, per fini antidemocratici e di puro lucro, poiché abbiamo già visto negli ultimi decenni le tragedie causate in Medio Oriente e in altre parti del mondo. Che il processo di pace in Siria dia nuova linfa a un modus operandi che trovi nel dialogo e nella implementazione dei processi democratici i punti cardine per una convivenza di pace, e stracci per sempre gli unilateralismi e l’uso della forza”.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:03