Caro Trump, imiti Juncker: “Se ne fotta”

Caro Trump, faccia come Juncker, “se ne fotta” e tiri avanti. Meglio un buon rapporto con Putin che con Saddam Hussein, oppure Osama Bin Laden, oppure ancora con Raúl Castro, come è successo ai suoi predecessori nel silenzio generale.

“Se ne fotta” pure delle accuse di opacità intorno ai voti che ha ottenuto, quelli che l’attaccano sono gli stessi che elessero i Kennedy a paladini dell’onestà e della moralità. Eppure, quella grande famiglia di politici americani, di frequentazioni e amicizie sospette ne ha avute assai, prima, durante e dopo le vittorie conseguite. I democratici da sempre fanno finta, è una vecchia storia, lo fanno con i Paesi arabi, con molti di quelli africani, lo fanno persino con la Cina, chiudendo gli occhi in ragione degli affari e delle convenienze.

Dunque, caro Trump, se ne infischi e lasci pure che benedicano il Nobel di Obama, oppure la santità dei Clinton, l’ipocrisia è un virus che a sinistra ci sguazza da sempre. Ci sguazza così tanto da avere attecchito ovunque al di qua e al di là dell’Oceano, basti pensare all’Europa, dove l’hanno attaccata selvaggiamente, sperando che non vincesse. In Europa i “miti” sono altri e mica possono essere i rozzi pagliacci come lei, i populisti, gli ignoranti del suo calibro. Nel nostro continente i grandi si chiamano Hollande, Juncker, Merkel, perfino a Renzi hanno riconosciuto una statura fuori dal comune, dunque a lei la schizzano. Per questo non vengono a cantare per la cerimonia del suo giuramento, come potrebbero sublimare l’insediamento di un pericoloso fascista? Sarebbero capaci di partecipare ad un evento in Corea del Nord piuttosto, ma da lei mai.

Creda, se ne buggeri, sono fatti così, nella storia più recente la sinistra radical chic di tutto il mondo ha applaudito Lula, ha accolto a braccia aperte Arafat, ha celebrato la “primavera araba”, ma lei è troppo pericoloso per essere accettato. Del resto si ricorderà bene la cena da Obama con Renzi e Benigni per sostenere la Clinton, le frasi di Juncker a favore di Hillary, gli scongiuri di Hollande contro di lei. Vede Trump, questi sono i “radical chic” della sinistra mondiale, sia politici che artisti, giornalisti e professori. Imparerà presto a conoscerli bene, compresi quelli dentro casa sua. Sono quelli che tuonano contro lo spionaggio presunto della Russia a suo favore, quando loro hanno spiato mezzo mondo, tuonano contro le interferenze esterne, quando hanno utilizzato perfino Cuba per sfavorirla. I più anziani, specialmente in Italia tifavano Clinton, ma anni fa tifavano pure per i carri armati di Budapest e di Praga, alla faccia della democrazia.

Insomma, Presidente Trump, “se ne fotta”, metta un disco e buon lavoro. Noi che siamo liberali veri la seguiremo per vedere cosa sarà capace di fare. Tanti auguri.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:00