Voto estero, ultimatum del “Comitato del No”

“Il Comitato del No” alza il livello della polemica sul voto degli italiani all’estero e lancia una sorta di “ultimatum” alla Farnesina: “Entro venerdì” i Consolati devono compiere una serie di atti, indicati con esattezza, con cui si eviterebbero irregolarità. In più viene chiesto l’annullamento dei voto di Flavio Briatore e altri due cittadini che hanno votato all’estero postando su Facebook la loro immagine con la scheda che contiene una visibile croce sul “Sì”; atto che viola la segretezza del voto.

In una nota, il Comitato guidato dal professor Alessandro Pace parla del voto all’estero come “oggetto di una particolare ‘attenzione’ da parte del Governo”, dove le virgolette sulla parola “attenzione” indica precisi sospetti. Questi nascerebbero “dal rilevante fenomeno di falsificazione delle schede emerso in modo preoccupante” in precedenti elezioni, come le Politiche del 2008. Di qui la nuova richiesta al ministero degli Esteri in cui si chiede “il massimo controllo sulle schede in arrivo per accertarsi che siano autentiche”.

Ed ecco l’ultimatum: il Comitato “chiede in modo esplicito l’impegno dei Consolati anche fornendo, entro venerdì, i dati sul numero di schede stampate, di quelle inviate, di quelle smarrite, di quelle tornate al mittente. Il Comitato del No chiede inoltre “anche per ogni Consolato una certificazione di avvenuta distruzione delle schede non utilizzate o tornate al mittente”. Ma il Comitato alza il livello della polemica anche sul voto di Flavio Briatore e di altri due cittadini (Laura Serra, Mauro Prini) che hanno fotografato e postato sui social network la propria scheda. La scorsa settimana avevano sollevato dubbi su questi comportamenti perché essi non solo violerebbero la segretezza del voto (ma il Viminale aveva fatto notare che il problema non si pone perché sono stati gli interessati a renderlo noto), ma configurerebbero “il reato di voto di scambio”. I dubbi della scorsa settimana diventano una richiesta precisa alla Farnesina: “Dare disposizioni affinché questi voti siano annullati, non fosse che per il fatto simbolico che sconsigli questi comportamenti in futuro e segnali tutti i casi simili alle competenti autorità”. Il Comitato mette le mani avanti è annuncia, in caso di vittoria del Sì, che “si riserva di portare all’attenzione della magistratura tutti i casi di irregolarità”. Insomma, non è detto che una eventuale vittoria del “Sì” di misura sia riconosciuta.

(*) Per gentile concessione dell’Ansa

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:06