Vince l’indipendenza degli Americani

Ad uso e consumo dei globalisti e dei burocrati che pensano di poter cancellare le radici dei popoli guidandoli manco fossero una mandria, informiamo che l’America si è ribellata all’establishment e ha rifiutato la pappa pronta che recava il nome di Hillary Clinton.

Adesso Madonna potrà ricalzare serenamente la dentiera, Bruce Springsteen potrà ritornare a scrivere splendide canzoni - se ancora ne è capace - e Robert De Niro potrà finalmente curarsi le crisi di nervi. Vogliamo forse lasciare intendere che Donald Trump sia il Presidente ideale? Non lo sappiamo, bisognerà vedere come si comporterà. Tra i cazzeggiamenti propagandistici e la responsabilità del Paese più influente del mondo ci sarà sicuramente (e come di consueto) una palingenesi dell’uomo. Fatto sta che la campagna elettorale più brutta d’America è finalmente finita e bisognerà pur tracciare un primo bilancio dell’accaduto.

È proprio vero, Paese che vai sinistra che trovi: il trattamento riservato a Trump in questa campagna elettorale vi ricorda qualcosa? Per chi non lo avesse notato, qualcuno ha già tirato fuori la solita menata del “Trumpusconi”, come a voler ricordare che esiste una internazionale della faziosità che riduce gli opinion maker a tifosi con la bava alla bocca. Le cattiverie, le inchieste ad orologeria, il circo dei miracoli coalizzato intorno ad Hillary Clinton, menestrelli, giornalisti, cantori, nani, pupi siciliani, ballerine, erano tutti proiettati a dipingere un pazzo egocentrico e razzista da una parte ed una dama dai buoni sentimenti progressisti dall’altra.

E invece il popolo americano, a differenza di quello italiano, non si è fatto imboccare il pappone e ha scelto l’orgoglio nazionale, le radici e la sicurezza, preferendo la concretezza alla solita stanca recita dei progressisti che ogni cinque anni si ricordano di avere un sogno, scimmiottano tristemente Martin Luther King onde poi fare tutt’altro. Indipendentemente da ciò che si possa pensare dei candidati alla Casa Bianca, sono gli americani ad aver dato una lezione di praticità al mondo dimostrando di essere abbastanza maturi da non abboccare al circo mediatico che sfornava gossip su Trump, dipingendolo come un porco, nel tentativo di dare argomenti ad Hillary. Peccato che il tutto sia stato controproducente perché un popolo adulto non accetta lezioni di moralità da una che, fino a prova contraria, è la moglie di Bill Clinton, il mago delle mutande calate.

Gli Americani hanno finalmente dimostrato al mondo che una società seria sa storcere il naso di fronte ad una macchina propagandistica totalizzante, riconoscendo il tentativo di strattonare l’opinione pubblica. Perché fidarsi di un sistema che sa essere efficiente nello spulciare le dichiarazioni dei redditi di Trump proprio mentre si distrae bonariamente sulle inchieste che vedono la Clinton ora assumere comportamenti contrari alla sicurezza nazionale ed ora accettare elargizioni in denaro da ambienti non proprio distanti dal terrorismo internazionale? Qui c’è puzza di bruciato, avranno pensato. Qualcuno in America si deve essere chiesto se sia più porco uno che tasta il sedere di una bella ragazza piuttosto che chi non esita ad anteporre il proprio tornaconto anche quando in ballo c’è l’interesse nazionale. Qualcuno in America deve aver pensato che forse sarebbe stato sconveniente eleggere Hillary Clinton esponendo l’America ad uno scandalo di portata imprevedibile (ci riferiamo alle rivelazioni annunciate da Assange sui finanziatori della Clinton vicini all’Isis o sui segreti di Stato che venivano usati disinvoltamente a fini personali). Chi è veramente la dama bianca, devono aver pensato, e chi è veramente la mela avvelenata? Qualcuno in America si deve essere domandato se fosse più pericoloso un Partito Democratico che propagandava buoni sentimenti nel mentre seminava guerre in giro per il mondo e tensioni con la Russia oppure l’eccentrico candidato repubblicano che, al netto delle spacconate, sapeva sintonizzarsi sugli umori del popolo. Già, quel popolo che, come al solito, la sinistra è pronta ad osannare solo quando la segue acriticamente. Quando invece il popolo pensa autonomamente diventa una informe accozzaglia di miserabili e di incolti che hanno ceduto al populismo.

È la democrazia, cari democratici, e non dovrebbe farvi venire le crisi intestinali perché altrimenti l’unica soluzione è cambiare il nome della ditta. La democrazia è quella roba che dovreste accettare indipendentemente dalle frasi di circostanza non vivendo la sconfitta come un fatto di lesa maestà. Quantomeno immaturo pensare che il popolo o si affida a voi o non è. Cosa c’è di democratico nelle manifestazioni dei sostenitori della Clinton che scendono in piazza per protestare contro una regolare elezione? Crediamo che non ci sia nulla di democratico in questo modo di fare intriso di arroganza e spregio delle regole. D’altronde, il teorema secondo il quale la sinistra sia l’unica geneticamente in grado di governare mentre tutti gli altri sono un pericolo per la democrazia è una robaccia che noi in Italia conosciamo sin troppo bene. Si chiama elitarismo con la puzzetta sotto il naso ed è un virus che rende quella fazione facilmente distinguibile in ogni parte del mondo.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:03