inalmente non potremo più lamentar-
ci per l’Imu. Non era vero che i soldi
rubati da Mario Monti alle famiglie ita-
liane servissero per far felici gli specula-
tori internazionali. Leggende metropoli-
tane. La verità era un’altra. Il Grigiocrate
Monti ci ha rubato 4 miliardi di euro per
regalarli al Monti dei Paschi di Siena. Va
beh, Monte dei Paschi, nella versione
precedente. Ma ormai è più corretto usa-
re il plurale.
«
Abbiamo una banca!», aveva dichia-
rato esultando Piero Fassino, l’ex comu-
nista ora sindaco di Torino. E non si ri-
feriva neppure al Monti Paschi. Perché,
in effetti, il Pci-Pds-Ds-
Pd di banche ne aveva
più d’una. E da molto
prima aveva proprio il
Monti Paschi di Siena.
«
Ma la banca fa la ban-
ca e noi facciamo il
Pd», ha ribattuto il pet-
tinatore di banche, Pier-
lu Bersani. Non è pro-
prio così, e lo sanno
bene tutti, proprio tutti.
Lo avrebbero dovuto
sapere anche gli uomini
della comunicazione di
Berlusconi, se solo si
fossero preoccupati meno delle donnine
allegre e un pochino di più dell’informa-
zione. Ma sai che noia mettersi a studiare,
quando ci sono da mettere alla prova fu-
ture candidate a qualunque elezione.
Così il Monti Paschi ha potuto conti-
nuare a far danni, a perdere monti di de-
F
naro in operazioni assurde sui derivati,
creare buchi spaventosi.
Tanto aveva la copertura politica del
Pd – e figurarsi in una regione rossa come
la Toscana – e la copertura finanziaria dei
commessi dei banchieri europei. Control-
li? Zero. Analisi? Zero. Dubbi? Zero. E
allora forse sarebbe il caso che la magi-
stratura ad orologeria provasse a capire
come mai il signor Draghi non si è accor-
to di nulla, quando era in Bankitalia pri-
ma e alla Bce dopo.
Come mai tacevano i vertici nazionali
del Pd. Come mai taceva Bruxelles, no-
nostante le ripetute richieste di informa-
zioni del leghista Bor-
ghezio. Come mai
tacesse la Regione To-
scana nonostante le ri-
chieste di informazioni
della consigliera Stac-
cioli.
Tutti sordi e muti.
Tanto, mentre Bersani
smacchiava i leopardi,
il pessimo Monti deru-
bava gli italiani per co-
prire i buchi della banca
del Pd. Ma non si può
dirlo in giro, se no scat-
ta l’accusa di populi-
smo. E non si sa mai che la distratta ma-
gistrature possa intervenire non contro i
responsabili del disastro, ma contro chi
protesta. È la democrazia giudiziaria, bel-
lezza. Si arresta ad orologeria e ad orolo-
geria si chiudono gli occhi.
a vita è già abbastanza amara» si
dice quando ci si vuole concedere
un po’ di dolcezza, nella forma di un cioc-
colatino, di un cucchiaio di zucchero in
più, di una fetta di torta. Al netto del dia-
bete, una scelta saggia. Lo stesso vale per
la fantasia. Un po’ il progresso tecnolo-
gico, un po’ la fine di Babbo Natale, han-
no spoetizzato l’infanzia dei bambini e
anche i ricordi degli adulti. Ci sono storie
che preparano alla vita, invece, senza per-
dere il gusto dell’invenzione. Abbiamo vo-
luto suggerire titoli noti e meno noti, ita-
liani e stranieri, classici e moderni, senza
fare gli snob e senza alcuna presunzione
tranne quella di dire
una cosa vera: sognare
non è solo bello. È an-
che giusto.
A dodici, tredici an-
ni, bisogna aver letto al-
meno un paio di volte i
ragazzi della via Paal,
anche se si piange molto
nelle ultime pagine. O
Piccole donne. Bisogna
aver conosciuto la giun-
gla di Kipling, la foresta
di London, le navi di
Salgari e Stevenson e la
brughiera di Doyle. La
magia infine farlocca del mago di Oz e le
bacchette e le scope maneggiate da Harry
Potter sono un potente antidoto ad una
giovinezza piatta e al rischio di una tri-
stezza che talvolta fa parte della vita dei
più piccoli. Le letture per bambini sono
un antidoto contro il cinismo e vanno be-
«
L
ne anche per i più grandicelli. L’impor-
tanza di credere la impariamo da Lewis
Carrol e dal nostro straordinario Collodi,
quando nelle prime pagine di Pinocchio
inventa l’eccezionale personaggio che è
Mastro Ciliegia. Il valore della speranza
e della lealtà da Dahl. La morte con i tra-
gici assassinii narrati da Golding. Il pic-
colo principe è un condensato di filosofia
all’ennesima potenza.
Una lettura persino troppo elaborata
per un adolescente. Ma vogliamo pensare
che, facendoli leggere, aiutiamo i ragazzi
a sviluppare la loro intelligenza, la loro
sensibilità, la loro sana intraprendenza.
D’altra parte se c’è chi
è riuscito a fare, nono-
stante gli sgambetti, il
giro del mondo in 80
giorni, perché mai ci si
dovrebbe arrendere di
fronte alla avversità?
Non lo hanno fatto i
protagonisti narrati dal
bistrattato Edmondo
De Amicis, non lo ha
fatto, fino alla fine, la
povera Anna Frank,
non lo ha fatto il gio-
vane Atreju impegnato
a lottare contro il Nul-
la che avanza. E chissà che alla fine di
queste tante letture scoperte e riscoperte,
non venga fuori un giovane Tolkien, un
Rodari che non ti aspetti, un Mark
Twain dei nostri tempi.
ANDREA CAMAIORA
Letture per sognare
più omeno dimenticate
Un po’ il progresso
tecnologico, la fine
di Babbo Natale,
hanno spoetizzato
l’infanzia dei bambini
e anche i ricordi.
Ma ci sono storie
che preparano alla vita
Il grigiocrateMonti
e la banca del Pd
Non era vero che i soldi
rubati”daMonti
alle famiglie italiane
servissero per far felici
gli speculatori. Leggende
metropolitane. La verità
era un’altra: Monti
li aveva regalati aMps
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DOMENICA 27 GENNAIO 2013
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