e per le primarie il centrosinistra
mobilita i “Fantastici 4” con Sil-
ver Surfer, il Popolo della Libertà
risponde con la Justice League. Me-
no uno.
Sono infatti sei finora i nomi dei
papabili alla carica di segretario del
partito. Uno in meno del manipolo
di supereroi dell’americana Dc Co-
mics: Superman, Batman, Aqua-
man, Flash, Lanterna Verde, Mar-
tian Manhunter e Wonder Woman.
Chi sono i mantellati? In pole
position c’è Angelino Alfano, che
segretario lo e già e punta ad una
riconferma quanto più possibile
bulgara, per scongiurare spaccature
in un partito ormai al minimo sto-
rico nel gradimento degli italiani.
Dopo di lui l’avvocato Gianpiero
Samorì: il rampante imprenditore
emiliano, già ribattezzato dalle cro-
nache il “Berlusconi di Modena”,
è al momento il più quotato tra i
«
dinosauri» che il Cavaliere aveva
promesso avrebbe tirato fuori dal
cilindro per risollevare le sorti del
Pdl. Segue la pasionaria rottama-
trice Daniela Santanché: tifosissima
delle primarie, nei giorni scorsi è
stata protagonista di un aspro bat-
tibecco con il segretario Alfano cir-
ca le regole e le modalità di svolgi-
mento delle consultazioni. E c’è
anche Alessandro Cattaneo, 33 an-
ni, sindaco di Pavia dal 2009, gio-
vane leader dei Formattatori, che
per sostenere la sua candidatura fa
appello al «20% di elettori delusi
perso per strada».
Ad «agitare un po’ le
acque»(parole sue) delle primarie
Pdl ci pensa anche il piemontese
Guido Crosetto, già sottosegretario
alla Difesa. E a chi gli chiede se in-
tenda fare davvero sul serio, rispon-
de: «e secondo voi mi candiderei
per fare una cosa finta? Guardate
che per me saranno “uccelli per dia-
betici”, mica una passeggiata». Così
S
twittava domenica scorsa il “Gi-
gante di Marene”.
Last but not le-
ast
,
l’ex ministro della Gioventù
Giorgia Meloni. Il suo nome è la
grande incognita della vigilia, no-
nostante lei stessa sia stata tra le
prime a parlare di primarie per il
Popolo della Libertà, giudicate un
passo necessario anche nel caso di
una ricandidatura di Silvio Berlu-
sconi. Secondo il movimentato re-
troscena dipinto ieri l’altro dal
Giornale
,
Meloni sarebbe ferma-
mente intenzionata a scendere in
campo, ma dovrebbe fare i conti
con l’ostruzionismo degli ex colon-
nelli finiani, Gasparri e La Russa
fra tutti, intenzionati a far sì che
tutto il blocco ex An faccia quadra-
to attorno ad Alfano. E ci vuole
proprio una “Donna Meraviglia”
per superare indenne un ostacolo
simile. Eccola, dunque, la Justice
League of Liberty al (quasi) gran
completo. Al lettore il compito di
abbinare come più gli aggrada po-
litici e personaggi dei fumetti.
Ci sarà tempo fino a lunedì
prossimo per sancire definitivamen-
te l’ufficialità delle precandidature:
qualcuno potrebbe aggiungersi alla
lista (si parla, tra gli altri, del critico
d’arte e già sindaco di Salemi, Vit-
torio Sgarbi, o addirittura di Alfon-
so Luigi Marra, l’avvocato-scrittore
complottardo noto ai più per gli
spot televisivi delle sue fatiche let-
terarie con una discinta Sara Tom-
masi), e qualcun’altro potrebbe de-
cidere invece di tirarsi indietro
all’ultimo momento. Come ha già
fatto Giancarlo Galan: ritiratosi
dall’agone, l’ex ministro delle Po-
litiche Agricole ha dichiarato di vo-
ler sosterere Cattaneo.
Una cosa però è già certa: dopo
l’addio del Cav, tutti sono curiosi
di sapere chi sarà il prossimo ad in-
dossare il mantellino di Superman.
LUCA PAUTASSO
di
SERGIO MENICUCCI
e case dei venti enti previden-
ziali privati (avvocati, notai,
giornalisti, medici etc.) fanno go-
la all’erario. Non è la prima vol-
ta che governo o parlamento
mettono gli occhi sul patrimonio
immobiliare costruito anno dopo
anno dalle categorie professionali
per pagare le pensioni future sen-
za ricorrere al contributo dello
Stato, come avviene per l’Inps o
l’Inpdap.
Il governo tecnico del profes-
sor Mario Monti ci prova e tra-
mite il ministro per la coopera-
zione e l’integrazione Andrea
Riccardi ha presentato un piano,
inserito in un emendamento della
legge di stabilità in discussione
alla Camera, per la vendita a
prezzi agevolati di alloggi senza
caratteristiche storiche o di lusso.
Poiché il testo della legge di sta-
bilità e di bilancio continua ad
essere modificato ad ogni riunio-
ne di Commissione e dell’Aula
della Camera del provvedimento
si conoscono soltanto alcuni
aspetti che hanno avuto il via li-
bera dal Consiglio dei Ministri.
Di cosa si tratta e perché le
categorie si stanno mobilitando?
L’operazione riguarderebbe alcu-
ne migliaia di immobili (solo tra
Milano e Roma sarebbero circa
30
mila) che porterebbe nelle cas-
se dello Stato circa 120-150 mi-
lioni derivanti dall’imposta di re-
gistro.
È la seconda iniziativa del go-
verno Monti sulle Casse autono-
me dopo quella della richiesta
certificazione del loro stato di sa-
lute per i prossimi 50 anni. Il test
è stato abbondantemente supe-
rato dall’Inpgi e dalle altre casse
previdenziali. Se, invece, dovesse
passare il maxi piano di svendita
L
di Riccardi (occorrerà vedere gli
sviluppi del provvedimento che
andrà al Senato nelle prossime
settimane) l’Inpgi e le altre casse
autonome rischierebbero, osserva
il presidente dell’Adepp Andrea
Camporese, l’immediato commis-
sariamento perché il loro patri-
monio non garantirebbe più il
puntuale pagamento delle pen-
sioni. A fronte dei presunti 120-
150
milioni di euro che lo stato
incasserebbe dall’imposta di re-
gistro si creerebbe un buco di de-
cine di miliardi per tutte le Casse
degli enti previdenziali privatiz-
zati che incasserebbero ben poco
dalla svendita di parte dei loro
alloggi mentre si svaluterebbero
quelli dati in affitto.
Per il coordinamento degli en-
ti la proposta Riccardi «va im-
mediatamente cestinata anche
perché lede illegittimamente l’au-
tonomia delle casse degli enti
sancita dal decreto legislativo
n.509 del 1994». Andrea Cam-
porese in un precedente incontro
con i titolari del Lavoro e del-
l’Economia (ministeri vigilanti)
aveva ottenuto l’assicurazione
che l’autonomia delle casse non
sarebbe stata toccata, una volta
criticato il loro stato di salute. Il
piano di dismissioni immobiliare
reso noto dal ministro Riccardi
«
appare sconcertante, irricevibile
e al di fuori dell’impianto legi-
slativo della previdenza privata
italiana» ha aggiunto Campore-
se, dichiarando che i vertici delle
casse sono pronti a ricorrere an-
che alla Corte Costituzionale.
Va infatti ricordato che gli en-
ti di previdenza dei professionisti
italiani sono soggetti di diritto
privato ai quali la legge sulle pri-
vatizzazioni ha affidato piena au-
tonomia gestionale e amministra-
tiva. Con il vincolo di mantenere
finalità pubbliche e sociali, pa-
gare le pensioni, rispondere della
propria gestione ad organi eletti
dalle categorie (i soci che pagano
le quote e i contributi), senza
gravare in nessun modo sullo
Stato. Questo impianto è stato
ribadito da numerose sentenze
anche di rango costituzionale. E
di recente sono stati presentati al
ministero del Lavoro i bilanci at-
tuariali che dimostrano la solidi-
tà economica per i prossimi 50
anni degli enti gestiti dalle sin-
gole categorie di professionisti.
II
POLITICA
II
K
Andrea RICCARDI
segue dalla prima
Picconatore
e martellatore
(...)
Ma perché prendere per i fondelli gli
italiani costringendoli a partecipare ad una
tornata elettorale che comunque non ser-
virà a nulla visto che il treno dei tecnici e
dell’austerità recessiva deve comunque an-
dare nella direzione fissata dall’Alto e con-
divisa dal Colle?
Questo interrogativo non è affatto ironico
e scherzoso. È, al contrario, profondamente
drammatico. Perché in nome del bene co-
mune e all’insegna della necessità di non
consentire che il paese possa collocarsi fuori
del contesto internazionale, l’attuale Capo
dello stato sta ripetendo la stessa azione di
picconamento del sistema democratico che
la forza politica in cui Napolitano ha mi-
litato da sempre aveva a suo tempo denun-
ciato in maniera fin troppo eclatante e de-
cisa.
Naturalmente i modi sono diversi. Ma la
sostanza è la stessa. Cossiga picconava. Na-
politano martella. C’è chi dice che le pic-
conate e le martellate sono sempre meglio
delle trame oscure di Oscar Luigi Scalfaro.
Ma non sarà il caso di incominciare a rile-
vare che picconate, martellate e trame ven-
gono sempre dal vertice supremo delle isti-
tuzioni e sono dirette contro le istituzioni
stesse? E che alla lunga questa azione farà
pure piacere alle autorità sovranazionali
ma tende a smantellare la democrazia ita-
liana?
ARTURO DIACONALE
Dalla parte
di Israele
(...)
Ma visto che in Europa c’è persino gen-
te disposta a piangere il sequestratore di
Shalit come un eroe di non si capisce quale
resistenza, e visto che nessuno si indigna
per un’intera popolazione in ostaggio di
queste bande criminali che decidono i tempi
e le modalità della propria propaganda ar-
mata contro Israele, occorre dire parole
chiare sul sacrosanto diritto di qualsiasi
paese, Israele in primis, di difendersi da una
simile minaccia armata. Ora vediamo che
ci sono missili iraniani, di cui i guerriglieri
di hamas sembrano essere ben forniti, che
possono colpire persino Tel Aviv, la capitale
industriale dello stato ebraico. Adesso che
sta capitando tutto questo si spera che
l’America di Obama trovi la forza, il co-
raggio e l’onestà intellettuale di riaprire il
dossier Iran, perché quello è il vero proble-
ma. E se Hamas si sta allargando così è per-
chè esiste evidentemente un piano preciso
per creare una serie di reazioni a catena,
contando anche sul caos che ci sta in Siria.
In tutto questo bisognerà vedere che posi-
zione prenderà il presidente egiziano: real
politik e acqua sul fuoco oppure appoggio
sotterraneo alla guerriglia? Di sicuro Israele
si sta armando anche con le truppe di terra
per difendere i propri confini. E francamen-
te è quanto meno azzardato chiedere allo
stato ebraico di fare un passo indietro
quando la sicurezza interna si trova sull’or-
lo di un precipizio. I prossimi giorni saran-
no cruciali per capire se si tratta dell’enne-
simo effetto collaterale del fallimento delle
primavere arabe o se l’Iran sta soffiando
sul fuoco. Di certo i veri democratici e i
veri liberali di tutto il mondo non possono
che stare dalla parte di Israele. La simpatia
verso il terrorismo islamico lasciamola ai
no global di destra e di sinistra, quelli che
negli scorsi giorni hanno già fatto vedere
di che tempra sono fatti quando si sono re-
cati a insultare gli ebrei davanti alla Sina-
goga di Roma
DIMITRI BUFFA
Enti previdenziali privati:
le case fanno gola all’erario
Primarie: il Pdl ora
schiera la J-League
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ARTURO DIACONALE
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GIANPAOLO PILLITTERI
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L’OPINIONE delle Libertà
SABATO 17 NOVEMBRE 2012
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