Page 1 - Opinione del 12-10-2012

Direttore ARTURO DIACONALE
Fondato nel 1847 - Anno XVII N.237 - Euro 1,00
DL353/2003 (conv. in L 27/02/04 n. 46) art.1 comma 1 - DCB - Roma / Tariffa ROC Poste Italiane Spa Spedizione in Abb. postale
Venerdì 12 Ottobre 2012
delle Libertà
Gli enti locali inmano ai magistrati e ai tecnici
ani Pulite cancellò dalla scena
politica italiana tutti i partiti
democratici della Prima Repubblica
salvando solo gli eredi del Pci e della
sinistra democristiana. Ma non toc-
cò l’impianto istituzionale del paese,
che a dispetto del bipolarismo e del
maggioritario rimase quello voluto
dalla Costituzione del ‘48 della re-
pubblica parlamentare. Dopo ven-
t’anni siamo al salto di qualità. La
nuova ondata di inchieste giudizia-
rie, sostenute da campagne media-
tiche incessanti, sta provocando il
sostanziale smantellamento non so-
lo di una classe politica fallimentare
e totalmente discreditata ma anche
di quella parte del sistema istituzio-
M
nale che riguarda le autonomie lo-
cali. Nelle Regioni e nelle Province
(
oltre in alcuni grandi Comuni) in-
vestite dalla bufera giudiziaria non
sono in crisi solo le amministrazioni.
È in crisi il principio stesso dell’au-
tonomia e della rappresentanza lo-
cale. Non si discute, in sostanza, so-
lo della Polverini e di Formigoni, di
Penati o dei presunti sperperatori
di denaro pubblico Fiorito e Ma-
ruccio. Si contesta la funzione stessa
dell’istituzione regionale o provin-
ciale che sia. Al punto che in Parla-
mento, su iniziativa del governo,
parte in tutta fretta una legge di ri-
forma costituzionale per la la rifor-
ma del Titolo V della Costituzione
che prevede una sostanziale ridu-
zione dei compiti e delle funzioni
delle Regioni e delle Province e delle
aree metropolitane.
Intendiamoci, l’obbiettivo di
questa spinta in parte spontanea ed
in parte preordinata del cosiddetto
circo mediatico-giudiziario è asso-
lutamente sacrosanta. La riforma
ed il ricambio di una classe politica
bollita, inadeguata e profondamente
corrotta sono indispensabili. Ed è
ancora più indispensabile persegui-
re, insieme alla pulizia di chi ha fal-
lito, anche e soprattutto quella ri-
forma delle autonomie che
dovrebbe servire a smantellare la
parte più costosa ed inutile dello
stato burocratico-assistenziale co-
struito nel nostro paese nei decenni
passati. Ma il fine non può giustifi-
care i mezzi. Perché se i mezzi sono
sbagliati si perde totalmente di vista
il fine giusto e si arriva addirittura
a raggiungere un obbiettivo total-
mente estraneo a quello perseguito
in partenza.
Questo rischio è fin troppo con-
creto. Le carcerazioni preventive che
si prolungano oltre ogni limite della
decenza e dell’umanità sono la clas-
sica strada lastricata di buone in-
tenzioni che conduce non al risana-
mento della classe politica ma alla
edificazione...
Continua a pagina
2
Preferenze, l’inganno raddoppia (ma non si vede)
embra un successo politico per
il Pdl l’adozione della sua pro-
posta di riforma elettorale come te-
sto base in Commissione Affari co-
stituzionali al Senato, per di più con
la risurrezione, per l’occasione, della
vecchia alleanza, CdL (con Casini e
Fini) più Lega, e l’apparente isola-
mento di Pd e Idv. È invece l’enne-
simo atto di autolesionismo di un
partito prossimo al suicidio per la
sua stupidità politica, prim’ancora
che per gli scandali. Tempo per ri-
mediare ce ne sarebbe, l’iter parla-
mentare è appena all’inizio, a patto
di accorgersi dell’errore.
A ben vedere, infatti, senza vo-
tare il testo base il Pd incassa il pre-
S
mio di maggioranza alla coalizione
(
preferito rispetto al partito), sep-
pure ridotto al 12,5%. D’ora in
avanti, quindi, potrà sia continuare
a trattare per un premio più consi-
stente e i collegi, sia lucrare politi-
camente sul ritorno alle preferenze,
che nell’arco di pochi mesi, dopo i
casi Fiorito nel Lazio e Zambetti in
Lombardia, sono passate da
un’estrema popolarità, come anti-
doto all’odiato “porcellum”, all’im-
popolarità in quanto strumento cri-
minale della ‘ndrangheta e del
clientelismo.
Oltre alla follia di farsi alfiere
delle preferenze proprio nel momen-
to in cui le cronache ricordano al-
l’opinione pubblica tutto il marcio
che sono capaci di tirar fuori, con
questo testo (il modello greco!) il
Pdl cancella la novità sistemica rap-
presentata dall’ingresso in politica
di Berlusconi, il governo scelto dagli
elettori, e contraddice lo spirito co-
stitutivo di un partito unitario del
centrodestra. Casini, infatti, fa bingo,
conquistando con il 5-6% dei voti
la golden share di qualsiasi governo
e nel Pdl gli unici a poter festeggiare
sono coloro che possono contare su
una propria corrente, quindi soprat-
tutto gli ex An. Se, dunque, le pre-
ferenze oggi servono ad evitare la
scissione del partito, sono anche la
migliore garanzia della sua ulteriore,
rapida balcanizzazione immediata-
mente dopo il voto. E semmai il Pdl
dovesse ripensarci, il Pd se ne inte-
sterebbecomunque il merito. Un ca-
polavoro, non c’è che dire.
Il fenomeno del Parlamento dei
nominati va superato, non c’è dub-
bio, ma per non ricaderci sotto una
forma ancor più subdola, occorre
capire per quale motivo i vertici dei
partiti vogliono mantenere il totale
controllo sugli eletti.
Continua a pagina
2
di
FEDERICO PUNZI
Se il binomio collegio
uninominale-primarie
è l’unico modo
per restituire davvero
ai cittadini il potere
di scegliersi i propri
rappresentanti,
le preferenze sono
una truffa peggiore
del Porcellum
di
ARTURO DIACONALE
Niente può giustificare
che magistratura
da un lato e governo
tecnico dall’altro
possano smantellare
il vecchio impianto
costituzionale
e costruirne uno nuovo
senza il concorso
della volontà popolare
Pdl eUdc,prove tecnichedi alleanza
K
La commissione Affari costitu-
zionali del Senato ha adottato come
testo base per la riforma della legge elet-
torale la proposta del Pdl. A favore
hanno votato, oltre ad azzurri e Lega
Nord, anche i senatori dell’Udc. Contrari,
invece, Idv e Pd.
La bozza della nuova legge elettorale
sembra dunque aver definitivamente ar-
chiviato l’idillio politico tra il partito di
Pierferdinando Casini e quello di Pier
Luigi Bersani. Ma soprattutto, il testo ap-
provato in commissione può diventare la
base per costruire una rinnovata intesa
tra il Popolo della Libertà e i centristi
dello scudo crociato.
Trovarsi ai due lati opposti della barricata
su un tema come quello della rifoma elet-
torale, così come sta succedendo tra Pd
e Udc, non è certo un bel viatico per
un’alleanza politica. D’altro canto, il
passo indietro annunciato nei giorni
scorsi da Silvio Berlusconi per bocca del
segretario Pdl, Angelino Alfano, ha di
fatto riacceso le speranze di un centro-
destra ecumenicamente unito alle pros-
sime elezioni, dai cattolici all’ala sociale,
passando per liberali e moderati.