II
SOCIETÀ
II
Dukes of Hazzard: la ballata
(
anti-stato) di Bo e Luke
di
VITO FOSCHI
n vecchio telefilm dei primi an-
ni ‘80 “The Duke of Hazzard”,
in italiano semplicemente “Haz-
zard”, ha come protagonista una fa-
miglia che vive nelle campagne del
Sud degli Stati Uniti e gioca sui vari
stereotipi dei campagnoli. Questi ul-
timi, negli USA, vengono etichettati
redneck”, letteralmente “colli ros-
si”, in riferimento al fatto che chi
lavora in campagna ha il collo bru-
ciato dal sole. La serie è interessante
sotto vari aspetti. Da un certo punto
di vista rappresenta un po’ il vero
spirito dell’America, quello della
frontiera, un po’ selvaggio e molto
libero. La storia vede la sfida conti-
nua fra la famiglia Duke e amici
contro il cattivo di turno, J.D. Hogg,
detto “Boss” che ha la fondamentale
caratteristica di rappresentare l’au-
torità pubblica nella fantomatica
contea di Hazzard. Si nota l’asso-
ciazione del cattivo con l’autorità
statale. È vero che Boss Hogg è poco
più di un imbroglione senza scru-
poli, ma è riuscito a farsi eleggere
sindaco della contea e la locale po-
lizia è di fatto ai suoi ordini. In bre-
ve, c’è una totale identità fra rap-
presentati dello stato e cattivi di
turno. La storia è piuttosto semplice:
c’è il vecchio Boss Hogg che cerca
mille modi, per lo più disonesti, per
arricchirsi e i fratelli Duke che pun-
tualmente gli rompono le uova nel
paniere.
Nel telefilm esiste una voce nar-
rante che commenta i vari episodi e
in uno di questi viene raccontato le
origini della famiglia. I Duke distil-
lano alcool da 200 anni, da prima
che nascessero gli Stati Uniti e riven-
dicano di poterlo continuare a fare
senza pagare le tasse. Il vecchio zio
Jesse è costretto a firmare un accor-
do con il governo degli Stati Uniti,
rinunciando alla distillazione, in
cambio della libertà condizionata
per i nipoti Bo e Luke, costretti da
quel momento a non portare armi.
La storia dell’accordo, per come vie-
ne raccontata, fa sembrare la fami-
glia Duke una sorta di entità auto-
noma che tratta con il governo
federale. Il vecchio patriarca, per ri-
badire la sua autonomia dal gover-
no federale, rifiuta la pensione che
gli spetterebbe e a volte per poter
mangiare è costretto a mandare a
caccia i suoi due nipoti, che non po-
tendo portare armi si arrangiano
con degli archi. Un esempio di coe-
renza. La serie televisiva fa molti ri-
U
ferimenti ai confederati, incomin-
ciando dalla mitica auto dei due cu-
gini chiamata Generale Lee, con il
clacson con le prime note di Dixie-
land, canzone popolare quasi inno
del sud, alla bandiera confederata
dipinta sul tettuccio, al nome com-
pleto del cattivo, Jefferson Davies
Hogg contenente il nome del presi-
dente della confederazione: Jefferson
Davies. Lo stesso zio Jesse somiglia
al generale Robert Edward Lee an-
ziano. Insomma il telefilm è una sor-
ta di omaggio alla cultura del sud
degli Stati Uniti d’America.
La battaglia dei sudisti è diven-
tata un mito per la cultura libertaria,
perché in fondo quello che rivendi-
cavano gli stati confederati era il di-
ritto di secessione, mentre gli stati
del nord avevano un’idea centrali-
stica della federazione. Poi si som-
mavano motivi economici che per
il nord industriale era il protezioni-
smo, mentre per il sud agricolo la
libertà dei commerci. Tra l’altro si
potrebbe tracciare un parallelo con
la riunificazione d’Italia e i danni
subiti dal sud agricolo per avvan-
taggiare gli industriali del nord.
Quest’idea del diritto di secessione
ha chiaramente affascinato tutta
quella cultura libertaria, che del di-
ritto di secessione dallo stato, anche
individuale, ne fa un fondamento.
Nel telefilm i caratteri libertari e an-
tistatalisti sono accentuati e si va
dalla totale identificazione dello sta-
to con il cattivo della storia a l’atti-
vità della famiglia Duke, la produ-
zione clandestina di alcool. Se si
riflette, la produzione clandestina di
alcool è un reato di tipo fiscale, che
disturba lo stato, ma non è un atto
che danneggia alcuna persona. Che
il mio vicino produca alcool in casa
non mi danneggia minimamente e
poi nel caso dei Duke si tratta anche
di una fattoria, quindi non c’è pro-
blema per immissione di fumi o ri-
schi di incendi verso terzi. Insomma
non fanno male a nessuno, se non
sottrarre risorse allo stato che mai
come in questo caso è uno stato cri-
minale.
In realtà, la grave colpa dei Duke
e per questa l’inimicizia di Boss
Hogg, è quello di disturbare il com-
mercio clandestino di alcool dello
stesso Boss Hogg. Immaginate il
cortocircuito. Il criminale che “usa”
lo stato per far fuori dei concorrenti
e portare avanti i suoi loschi traffici.
E la realtà supera la finzione. Ognu-
no cerca il simile ed è attrazione fa-
tale fra stato e criminalità.
I cugini Bo e Luke sono stati ar-
restati per il contrabbando di alcool
e rilasciati con l’obbligo di non por-
tare armi, altro tema caro ai liber-
tari. Il diritto di portare armi si so-
stanzia nel diritto all’autodifesa.
Potersi difendere è l’unico modo per
non soccombere allo stato. Fra i pri-
mi provvedimenti delle dittature non
a caso c’è il divieto di possedere ar-
mi. Come abbiamo visto in un no-
stro precedente articolo, lo stato
esercita il monopolio della violenza
su un territorio e il diritto di portare
armi mette in crisi questo monopo-
lio. I cugini Duke sopperiscono al
divieto dotandosi di arco e di frecce
a cui a volte legano dei candelotti
di dinamite, con quale sforacchiano
i pneumatici dei locali poliziotti al
servizio di Boss Hogg.
La serie inoltre è caratterizzata
da inseguimenti spericolati in auto
e da un’atmosfera scanzonata un
po’ per parodiare alcune abitudini
che si attribuiscono popolarmente
ai contadini del sud degli Stati Uniti.
In epoca di politicamente corretto
come quella odierna, non sarebbe
possibile che i protagonisti buoni
possano guidare pericolosamente e
infrangere i limiti di velocità. E non
parliamo delle cinture di sicurezza:
immaginate i fratelli Duke che sal-
gano in auto e diligentemente si le-
gano la cintura prima di fuggire dal-
lo sceriffo? Alla fine anche quel
correre in macchina senza limiti di
velocità è un inno alla libertà e alla
responsabilità individuale. I cugini
Duke sono degli adulti, abili piloti,
saranno ben in grado di decidere da
soli a che velocità andare. Da pre-
cisare che la guida spericolata dei
cugini avviene in campagna quindi
senza mettere in pericolo la vita al-
trui. In Olanda, nella città di Dra-
chten, la segnaletica stradale è stata
abolita con ottimi risultati nella ri-
duzione degli incidenti stradali, per-
ché si è riusciti a responsabilizzare
gli automobilisti che autonoma-
mente riducono la velocità in pros-
simità degli incroci. Senza dimen-
ticare le autostrade tedesche ove
non esistono limiti di velocità ed è
facile trovare auto che sfrecciano
a 200 km all’ora. Un’ultima nota
riguarda l’auto che il meccanico ri-
para e migliora continuamente, ov-
vero è un’auto “truccata”. In Italia
lo storico marchio Puma, produt-
tore di auto in scatola di montag-
gio ha chiuso nei primi anni ‘90 per
le difficoltà di omologazione e per
inciso usava dei regolarissimi mo-
tori Alfa Romeo.
da “UltimaThule.it”
La battaglia dei sudisti
è diventata un mito
per la cultura libertaria,
perché in fondo quello
che rivendicavano
gli stati confederati
era il diritto
di secessione,
mentre gli stati del nord
avevano un’idea
centralistica
della federazione.
Quest’idea del diritto
di secessione
ha chiaramente
affascinato tutta
quella cultura libertaria,
che del diritto
di secessione
dallo stato,
anche individuale,
ne fa un fondamento.
Nel telefilm i caratteri
libertari e antistatalisti
sono accentuati
e si va dalla totale
identificazione
dello stato con il cattivo
della storia a l’attività
della famiglia Duke,
la produzione
clandestina di alcool
L’OPINIONE delle Libertà
DOMENICA 3 FEBBRAIO 2013
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