La demagogia del doppio cartello

Capiamo perfettamente la decisione del Governo di procrastinare a data da destinarsi la promessa elettorale relativa al taglio delle accise sui carburanti: la coperta finanziaria è sempre corta e quando si entra nella stanza dei bottoni il principio di realtà la fa da padrone. Tuttavia, continuo a ritenere demenziale, oltreché lesivo dei diritti della categoria coinvolta, quella dei benzinai, la demagogica imposizione del doppio cartello sul prezzo dei medesimi carburanti, generando ulteriore confusione presso la platea dei consumatori. In sostanza, si obbligano i gestori delle pompe da esporre ogni giorno, a fianco del listino da loro stessi praticato, il prezzo medio nazionale, pena una multa che sfiora i mille euro. Tutto questo con l’intento puramente propagandistico di lottare contro la solita, perversa speculazione, da sempre comodo capro espiatorio a cui addebitare ogni responsabilità.

L’intera operazione è stata messa in piedi all’interno del cosiddetto Decreto trasparenza, con il quale, per l’appunto, si intende contrastare la medesima speculazione con la genialata dell’obbligo del doppio prezzo. Obbligo, occorre sottolineare, che grava su una categoria che ricava un margine molto ristretto dalla vendita dei carburanti: siamo nell’ordine dei 3 o 4 centesimi per litro. A questo punto risulterebbe altresì assai più istruttivo, anche se politicamente poco attraente, esporre un cartello del prezzo medio nazionale completo, in cui scorporare le vari voci che compongono per intero il medesimo prezzo. Si scoprirebbe, infatti, che lo Stato predone assorbe ben oltre il 55 per cento di ciò che l’utente-automobilista paga al dettaglio.  Sta di fatto che, da liberale convinto, considero questo ennesimo obbligo imposto ad un settore produttivo una cagata pazzesca in stile fantozziano.

Aggiornato il 30 gennaio 2023 alle ore 09:39