Un cosmodromo per ridare ottimismo

martedì 17 gennaio 2023


La scorsa settimana la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, si è recata nel Regno di Svezia, tra parentesi l’unico Stato retto ancora dalla Casa di uno dei marescialli dell’Impero di Napoleone, per inaugurare il semestre di presidenza dell’Unione europea da parte del Paese scandinavo. A sentire di chi scrive, l’evento di maggiore peso si è svolto nei pressi di Kiruna, con l’inaugurazione del primo cosmodromo per il lancio di satelliti nell’Unione europea continentale.

I satelliti prodotti in Europa sono importantissimi, non solo per le previsioni metereologiche o per tenere sotto osservazione gli armamenti di Stati terzi ed altro. Ursula von der Leyen ha rilevato come essi abbiano interesse anche per le esplorazioni interplanetarie. C’è da augurarsi che un cosmodromo possa servire presto per spedire in orbita anche gli esseri umani, verso stazioni europee o verso altri mondi.

Tutti si rendono conto come questo abbia una enorme rilevanza scientifica, con scoperte applicabili nella nostra vita. Per fare un esempio banale, il normale telecomando per cambiare canale televisivo, o regolare il volume della voce, usa tecniche pensate e utilizzate proprio per pilotare a distanza i satelliti artificiali. Ha ragione, tuttavia, Giuseppe Basini quando sottolinea l’importanza psicologica, per individui e società, dell’esplorazione. L’essere umano è ottimista e progredisce quando esplora. Lo si legge fin da L’Epopea di Gilgameš, dall’Odissea d’Omero, dal mito di Atlantide narrato dai sacerdoti egizi di Sais a Solone e ricordato da Platone, da Marco Polo, da Cristoforo Colombo, Amerigo Vespucci, i fratelli Zen, fino ai primi esseri umani sbarcati sulla Luna. L’esaurirsi delle possibilità d’esplorazione sulla Terra, e all’interno di essa, e l’opportunità di sostituirle con viaggi extraterrestri ha avuto il suo aedo più popolare in Jules Verne, e il più profondo in Georges Ivanovič Gurdjieff, con Belzebù tra le galassie e l’interiorità.

Ci sono, sì, cause economiche nella denatalità avanzante in questo mondo di diffuso materialismo industrializzato. È da notarsi, tuttavia, come le famiglie un tempo più prolifere non fossero per forza le maggiormente abbienti, esclusi i Sultani con il loro harem. Vi fu anche un possibile ottimismo, nella prospettiva che sempre una nuova colonizzazione apriva la strada nel cercar fortuna. Non ricordo mai il nome di quell’autore iberico il quale, con aria di sufficienza, definì gli Argentini quegli Italiani che pensano di parlare spagnolo. L’esplorazione cosmica serve anche, e soprattutto, a questo: ingenerare negli esseri umani ottimismo. Nella prospettiva, anche lontana, di nuove espansioni.


di Riccardo Scarpa