Putin vs Batman

“Nei film e nei cartoni animati voglio gli eroi della tradizione russa”.

La cosa è meno ridicola di quanto possa a prima vista apparire. Rivela due cose di una certa importanza: la prima è la debolezza del “collante” ideologico su cui poggia la struttura oligarchica-totalitaria di Vladimir Putin: a fronte dei tanti e interessanti servizi giornalistici dall’Ucraina, poco o nulla si legge o si mostra di quello che accade in Russia. All’inizio della guerra, sporadiche ed eroiche manifestazioni contro l’intervento, arresti, processi, condanne. Fughe per non andare a combattere. E ora? È possibile che la maggior parte dell’opinione pubblica russa sia intimidita. Frastornata da un’informazione a senso unico. Ma probabilmente, pur silenziata e poco informata, è inquieta, preoccupata, mugugnante.

Il regime gioca la carta dell’“identità” da difendere e preservare. In passato ha fatto buona presa, chissà questa volta, dal momento che comunque i russi sono più abituati alle "mollezze" occidentali di quanto non fossero solo venti o trent'anni fa.

Il secondo elemento. A suo tempo Putin si scagliò contro l’Occidente dei drogati. Venne subito spalleggiato dal patriarca Kirill che ci mise la storia dei gay. Ora il nemico è la “cultura corrotta”, incarnata da Batman.

Si arriva al punto: l’ossessione di Putin e dei suoi tagliagole è sì ricostituire l’Unione Sovietica, ma soprattutto vedono come nemico l’Occidente, le democrazie occidentali: che con tutti i limiti, le lacune, gli errori, le incapacità di intendere e volere, tutto quello che si vuole, sono comunque il “nemico” inquinante e corruttore (benedetta corruzione, per una volta, sacrosanto inquinamento).

Qui si assiste a una significativa ma non sorprendente alleanza tra Putin, il fondamentalismo islamico, i fanatici di ogni risma e colore. Direi che questo sia un problema “pratico” ma anche teorico di non poco conto per tutti noi che ci battiamo non per esportare la democrazia, ma per sostenerla là dove i suoi germogli fanno sperare possa nascere e affermarsi con processi inevitabilmente lunghi e complessi.

Aggiornato il 16 dicembre 2022 alle ore 13:47