La solita fuffa pacifista

martedì 11 ottobre 2022


Come è noto Vincenzo De Luca, governatore della Campania, il quale nella sua regione si è distinto per una gestione della pandemia a dir poco riprovevole, sta organizzando una manifestazione per la pace in Ucraina. Manifestazione che si dovrebbe svolgere a Napoli il prossimo 28 ottobre.

A tutta prima, l’impressione è quella di una iniziativa a uso interno, messa in piedi dall’ambizioso politico ancora in quota al Partito Democratico. Ovviamente, la cosa non poteva non suscitare accese discussioni e aspre polemiche. E se da un lato l’evento ha subito raccolto l’adesione dei soliti pacifisti di professione, appartenenti all’area di sinistra, altrove è stato messo in risalto il rischio, così come accadeva nelle analoghe iniziative di alcuni decenni addietro, in cui con la scusa della pace si protestava contro l’Occidente, la Nato e il sistema capitalistico, che l’intera operazione di facciata non finisca per portare acqua al mulino dell’aggressore a scapito dell’aggredito.

Di fatto, continuare a parlare di pace in senso astratto, ripetendo ossessivamente le solite, sterili parole d’ordine, come “negoziato” e “risoluzione diplomatica”, tende a confondere le diverse responsabilità dei due Paesi in guerra, con il risultato di mettere sullo stesso piano la Russia di Vladimir Putin e l’Ucraina di Volodymyr Zelensky.

Tutto questo, poi, si fonde con quel mai sopito sentimento antiamericano, antioccidentale e anticapitalistico che non solo a sinistra è ancora molto presente nel Paese. In realtà, in estrema sintesi e a beneficio di chi andrà a manifestare in quel di Napoli, un paio di cosette vanno assolutamente precisate. In primis, occorre ricordare, se ce ne fosse bisogno, che la guerra in atto è stata deliberatamente organizzata e scatenata dal Cremlino, malgrado i pressanti tentativi per scongiurarla prima, e fermarla poi, dai maggiori leader occidentali. In secondo luogo, la decisione fatale di invadere l’Ucraina è stata presa da un signore che solo alcuni giorni orsono ha pubblicamente definito i suoi obiettivi strategici. Obiettivi strategici che puntano a ricostituire i confini e, conseguentemente, la potenza della defunta Unione delle Repubbliche socialiste sovietiche. Stando così le cose, l’unica strada percorribile per far cessare al più presto le ostilità è quella di una sconfitta militare dell’esercito di Putin, come d’altronde sembra che stia lentamente avvenendo.

D’altro canto, di fronte a chi usa la forza bruta per far valere le sue presunte ragioni, esiste solo uno dei più classici motti latini: si vis pacem, para bellum. Se vuoi la pace prepara la guerra. Il resto, in questa drammatica situazione, ahinoi, non rappresenta altro che la solita e folcloristica fuffa pacifista.


di Claudio Romiti