Archiviamo questo Governo

Della scissione dei Cinque Stelle, come direbbero i romani, “non ce ne può fregà de meno”. Ci interessa, e molto, quali decisioni prenderanno Forza Italia e la Lega. Da osservatore politico che guarda al centrodestra, devo confessare di non aver condiviso l’atteggiamento assunto dagli Azzurri nel sostenere, senza se e senza ma, un Governo suddito degli Stati Uniti e della Nato nel conflitto russo-ucraino. Silvio Berlusconi, lo racconta la sua storia, è sempre stato un uomo di pace. Se avesse avuto ruoli di Governo, sono certo che non avrebbe lasciato nulla di intentato per trovare una soluzione negoziata alla crisi. Partecipare a un Esecutivo poteva avere una ragione in un momento di grave emergenza pandemica e per cercare di far gestire al meglio i fondi del Pnrr.

Insomma, stare insieme a partiti storicamente nemici come i pentastellati e il Partito Democratico poteva essere tollerato dall’elettorato moderato per un periodo ben definito. Restare in questo Governo, che da molti mesi si limita a galleggiare per arrivare alla fine della legislatura, è diventato un suicidio politico-elettorale. Il vantaggio di stare al Governo lo sta monetizzando il Pd, anche perché la politica di Mario Draghi guarda a sinistra.

A Matteo Salvini rimprovero il suo tentennamento. Prenda una decisione e ritiri il partito dal Governo che ha causato il dissanguamento della Lega. È probabile che i cosiddetti governisti (o meglio gli amanti della poltrona governativa) lasceranno il Carroccio e Forza Italia nel tentativo di salvare lo scranno parlamentare per la prossima legislatura, convergendo in uno dei tanti velleitari tentativi di creare una forza politica di centro. È il momento indifferibile di lasciare un Esecutivo che sta portando il nostro Paese al disastro economico e sociale. La storia dirà di chi sono state le responsabilità politiche. La speranza di rinascita è rappresentata dalle elezioni, per archiviare il periodo più nero della nostra Nazione.

Aggiornato il 25 giugno 2022 alle ore 13:55