Luoghi comunisti

Gustave Flaubert in una sua lettera scritta quand’era ancora bambino: “Siccome c’è una signora che viene da papà e ci racconta sempre delle sciocchezze le scriverò”, e così infatti, anni dopo, avrebbe dato alle stampe il suo memorabile Dizionario dei luoghi comuni, nel quale, di certo se fosse vissuto in questi tempi tristi e rancorosi, non avrebbe mancato di riportare la recente dichiarazione di Laura Boldrini sulla leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, in un suo post su Facebook: “Ma che società vorrebbe Giorgia #Meloni? Nel suo comizio tra i nostalgici del dittatore Franco in Spagna tratteggia una società cupa, vecchia, che cancella le differenze, nega i diritti e si allontana dall'Europa. Giorgia, siamo nel 2022… Il Medioevo è passato da un pezzo!”.

Ora, non è l’attacco politico che m’interessa, lo do per scontato e del resto non sono per nulla simpatizzante di FdI, io vivo altrove, ma ciò che ancora una volta dimostra appunto, come i “luoghi comuni” facciano parte del bagaglio pseudoculturale della sinistra più vieta, miope e oltranzista è la solita, annosa, trita, banale e soprattutto errata concezione del Medio Evo quale periodo storico fatto di oppressione e ignoranza. Forse sarebbe giunto il tempo che le illuminate menti della sinistra italiana cominciassero a leggere qualcosa di più profondo sul Medio Evo dei libri di testo che loro stessi hanno imposto per decenni all’intera struttura scolastica di questo nostro sciagurato Paese. Forse sarebbe ora leggessero le opere di Georges Duby o di Jacques Le Goff, non dico di Franco Cardini che notoriamente viene additato come appartenente alla destra, ma andrebbero bene pure quelle di un Alessandro Barbero che certamente non è di area identitaria…

Insomma basta, ogni volta che dobbiamo leggere questa definizione di Medio Evo, artefatta, faziosa, non corrispondente ad alcuna realtà storica, la noia sale vertiginosamente insieme alla certezza di assistere ancora una volta al trionfo della banalità tramandata per generazioni e trasformata così in pensiero unico universalmente diffuso.

Il Medio Evo brutto, sporco e cattivo non è mai esistito, lo sappia l’onorevole Boldrini, così come non è mai esistito quello luccicante “secondo Walt Disney” – altro libro imprescindibile che forse tanto da sinistra quanto da destra andrebbe letto – e che dunque sarebbe giunto il momento, ammesso e concesso che fossero in grado, di trovare un altro paragone più calzante relativo ad un’età oscura… Magari che dire di quello dei nostri giorni? Ma è realmente mai esistito un “periodo buio” nella storia umana? Su quali concetti definiamo un’età storica peggiore di un’altra? Il Medio Evo è un fluire in continuità con l’Età romana dalla quale riprende il lascito, salvandone l’immenso apporto culturale e fondendolo con quello nordico e mediorientale, sino a generare in maniera naturale l’aureo Rinascimento tanto esaltato, che poi altro non è se non – come scriveva il grande Johan Huizinga – l’autunno del Medio Evo”.

Sarebbe in realtà molto bello, almeno per me e per chi come me pensa, se le direttive “culturali” di FdI s’ispirassero al Medio Evo... avremmo menti eccelse, arte, splendori e meraviglie ogni giorno, invece il riferimento è sempre più filoatlantista, postmoderno, e non si risale più indietro di un abusato stereotipo futurista. No, nulla è più lontano dal Medio Evo di Fratelli d’Italia, se lo lasci dire la signora Boldrini, nessuna cattedrale, nessun ciclo d’affreschi, nessun codice miniato, nessun poema universale e immortale è presente. Dante non avrebbe mai fatto consorteria con loro e neppure Carlo Magno o Federico II.

Luoghi comuni dunque, un po’ come se noi oggi ancora dicessimo che i comunisti mangiavano i bambini. Ma avendo studiato, non lo diciamo, neanche per celia, ricordiamo soltanto che i dissidenti, nell’Unione Sovietica stalinista, venivano mandati a passare lunghe vacanze invernali in Siberia. E questo nella Rus medievale non succedeva di certo.

Aggiornato il 17 giugno 2022 alle ore 09:40