Il centrodestra e una nazione a sovranità limitata

Ha fatto discutere il rapporto della Goldman Sachs in cui si legge che un governo della coalizione “più scettica” verso l’Unione europea rafforzerebbe “l’incertezza sull’implementazione del Recovery Fund, il suo impatto sulla crescita e il suo supporto alla sostenibilità del debito”.

E così il copione si ripete: una nazione come l’Italia indebitata fino all’osso e in balia di esponenti di un potere finanziario occulto, viene commissariata ancora una volta. Solo che in questo caso non si aspetta nemmeno il risultato delle elezioni, ma si avvelenano i pozzi prima del verdetto delle urne.

Dopo l’insulso defenestramento di Silvio Berlusconi a metà della sua ultima esperienza di Governo, adesso qualcuno vorrebbe creare le condizioni perché la coalizione di centrodestra non arrivi nemmeno a Palazzo Chigi. E allora il piano sembra delinearsi in maniera chiara: i malumori all’interno della Lega che vorrebbero un avvicendamento alla guida del Carroccio sanno tanto di manina straniera. I rumors parlano di una Lega di governo (affidabile) e di una Lega salviniana da archiviare perché pericolosa. Favorire il ricambio alla guida della Lega equivarrebbe a ridurne l’impatto elettorale normalizzandola (piaccia o meno, i voti della Lega sono di Matteo Salvini).

Intanto Berlusconi ha assunto il tono ecumenico e filogovernativo di chi questa storia la conosce bene e non farà nuovamente il grosso errore di contribuire a compattare una coalizione invisa all’establishment.

Anche Giorgia Meloni conosce bene il copione per cui sa benissimo che il dossieraggio, la disinformazione e i colpi bassi fioccheranno copiosi a ridosso delle elezioni politiche. Parimenti capisce bene di non essere ancora nel mirino perché, a chi vuole condizionare le prossime elezioni politiche, potrebbe convenire lasciare in pace Fratelli d’Italia per dare la parvenza di una campagna elettorale non viziata da agenti esterni ma renderla di fatto innocua e fuori dai giochi azzoppando la seconda gamba della sua coalizione (la Lega). La terza gamba (Forza Italia) lascerà fare sperando che dopo le urne si ripeta lo stesso schema che ha portato all’attuale Governo. Tutto ciò non equivale a dire che se il centrodestra andasse al Governo farebbe sfracelli mentre purtroppo i cattivoni delle banche d’affari non consentono la tanto attesa rivoluzione liberale. Ciò equivale solo a dire che – magari un centrodestra litigioso potrebbe anche fare malissimo – ma a noi non sarà dato di vederlo all’opera perché siamo una nazione a sovranità limitata.

La prova del nove sarà la discussione intorno alla nuova legge elettorale: se in Parlamento troveranno la quadra per votare un sistema proporzionale, allora sarà chiaro che più di qualcuno cerca l’ingovernabilità. In quel caso dovremo rassegnarci.

Aggiornato il 12 giugno 2022 alle ore 09:05