Il virologo spartano

Vagheggiando il modello educativo dell’antica Sparta, in cui i ragazzi subivano una durissima disciplina che li abituava agli stenti e alla sofferenza, Roberto Burioni polemizza via Twitter con un giornalista che esprime alcune perplessità per l’andazzo di contrastare la pandemia nelle scuole aprendo costantemente le finestre delle aule. Scrive infatti Edoardo Buffoni, direttore delle news di Radio Capital: “Avete anche voi figli che soffrono il freddo in classe per via delle finestre aperte causa Covid?”.

A questa domanda, la quale a mio avviso contiene una leggera imprecisione, dal momento che in questo caso non è il Covid il problema, bensì l’ennesima misura magica e autolesionistica adottata da un sistema impazzito, così risponde il grande e ben pagato virologo televisivo: “Non esistono aule fredde, esistono solo alunni poco vestiti”.

Ora, che dire? Di fronte a cotanta espressione di una saggezza che travalica abbondantemente la virologia, di cui Burioni è un maestro incomparabile, non possiamo che inchinarci. D’altro canto, anche in passato il concetto di rinforzare la razza italica con il freddo lo aveva già espresso un certo Benito Mussolini il quale, allo scopo di rendere più rigido il clima della Penisola, disse a Galeazzo Ciano, così come viene riportato nel diario di quest’ultimo, di aver ordinato il rimboschimento degli Appennini. Cambiano i tempi e gli uomini, ma quando si vive in una dittatura, in questo caso sanitaria, le idiozie sono sempre le stesse.

 

Aggiornato il 17 dicembre 2021 alle ore 10:45