Una rappresentazione della Vergine Maria in versione trans a cura di un influencer “ambasciatore speciale dell’Unione europea per i diritti Lgtbq” è apparsa sulla la copertina del mensile queer berlinese “Siegessäule” con protagonista Riccardo Simonetti in versione Madonna, con la barba e con il bambinello. Il tutto dopo la raffigurazione di Santa Claus gay e di Gesù omo in occasione del Gay Pride. Premettiamo che, a nostro parere, l’arte non deve mai scandalizzare o destare polemiche, in quanto essa è la massima espressione di libertà: un’opera può piacere o non piacere e il discorso finisce qui. Deve finire qui.

Ma dal Parlamento europeo si precisa che si tratta di parte di una “strategia comunicativa” perché “raggiungere gli influencer e le personalità dei social media permette al Pe di raggiungere un pubblico che include. In questo caso specifico il dialogo con il Parlamento europeo permette di informare, attraverso questo influencer, sulle posizioni approvate in plenaria dal Parlamento europeo riguardo ai diritti delle persone Lgbtiq+”. Ciò allora implica che la questione diventa politica e non più artistica.

E se lo sconfinamento in politica tende a fare quadrato intorno a questa “strategia comunicativa” inclusiva, allora non possiamo non notare che essa è totalmente irrispettosa verso la comunità cristiana e verso ciò che quei simboli rappresentano per i credenti. E non possiamo non notare la grande attenzione che in Europa si pone verso la comunità islamica per ossequiare la quale ciclicamente si apre il dibattito sulle feste cattoliche celebrate a scuola, sull’uso di nomi come Maria e Giuseppe, sul Natale e via discorrendo. Sembra quindi che per la politica continentale ci siano comunità meritevoli di rispetto (quella islamica, quella Lgbt) e comunità che non comprendono le “forme di comunicazione” e che protestano in maniera bigotta, mentre dovrebbero capire l’arte e tacere. Lo stesso dicasi in Italia: i giornaloni hanno dato del testicolo a chiunque osasse protestare contro la Madonna barbuta, inarcando il sopracciglio come se ci si trovasse di fronte a un cumulo di bigotti, incolti e minorati.

Questo in un Paese dove se dici “ciao bella” a una donna per strada è catcalling (vorrebbero forse si dicesse “bella ciao?”), se per scherzo dai del “chiattone” a uno non proprio in forma è bodyshaming e nel quale l’onorevole Alessandro Zan voleva istituire i reati di opinione nel suo famoso Ddl. Sembra quasi che ci siano argomenti da maneggiare con cura, perché altrimenti si incorre nella gogna mediatica e giudiziaria e argomenti sui quali si può dileggiare a ruota libera, perché considerati quasi di serie B. In altri termini, in Europa qualcuno tenta di instaurare una sorta di pericolosa dittatura valoriale

Aggiornato il 13 dicembre 2021 alle ore 09:47