Mettiamo la giustizia in mano ad Alexa, sarà più giusta

Se prendessimo un’intelligenza artificiale, la caricassimo di tutte le leggi d’Italia e di quelle dei Paesi civilizzati, di tutta la giurisprudenza relativa anche comparata, di tutte le informazioni di polizia sui singoli imputati e di tutte le nozioni culturali annesse e poi le chiedessimo di emettere una sentenza, non sarebbe paradossalmente meglio che lasciare il destino di una persona in mano a un magistrato italiano in tempi come quelli in cui stiamo vivendo? Personalmente penso di sì.

Un giudice migliore di una “Alexa” caricata delle informazioni esatte, non ideologizzata, non soggetta ad alcuna influenza né umana né umanoide, senza credo politico e senza pregiudizi relativi alla fede, dove lo trovi oggi? Certo, sarebbe anche una giustizia più celere oltre che più giusta: si prende una persona sospettata di qualcosa o presa in flagranza di reato, in pochi minuti la si traduce davanti al computer e poi ogni parte nel processo si rivolge ad Alexa, chiedendo alla fine di assolvere o condannare il singolo e di irrogare la pena giusta. Matematicamente esatta.

Magari qualcuno vedrà in ciò i rischi connessi a uno scenario orwelliano o da film di fantascienza di serie B. Ma in una “terra caecorum” come quella descritta dal libro scritto da Alessandro Sallusti e Luca Palamara, che corrisponde perfettamente all’attuale panorama della giustizia e della sua Amministrazione… oggi in Italia beati i cosiddetti “monoculi”. E quindi ben venga una nuova tipologia di intelligenza artificiale tipo Alexa, per emettere sentenze giuste in tempi ragionevoli. Bisogna dare l’idea a Jeff Bezos. Magari la prende sul serio.

Aggiornato il 14 dicembre 2021 alle ore 09:45