Dal Malleus Maleficarum ai “No pass-No vax Maleficorum”

sabato 27 novembre 2021


Accostare l’impatto sociale causato dall’applicazione del Malleus Maleficarum, il più solido e longevo manuale dell’inquisitore, a ciò che si sta costruendo intorno ai No vax e No pass, potrebbe sembrare estremo, ma alcuni fattori accomunano i rispettivi effetti. L’oppressione, come “effetto sociale”, esercitato sull’umanità che viveva a cavallo tra il Medio Evo e l’Epoca Moderna, non differisce molto dall’impatto che l’oppressione esercita sulla società contemporanea. Cambiano solo le motivazioni e la “veste”.

Ricordo che il Malleus Maleficarum, o martello (maglio) delle streghe, è un elaborato redatto da Heinrich Institor Kramer e Mithilfe Jakob Sprenger, due monaci domenicani; il testo fu pubblicato la prima volta nel 1486-87 ed ebbe circa trenta edizioni fino al 1669. Il trattato poggia la sua “legittimità” sulla Bolla Papale Summis desiderantes affectibus del 1484 emanata da Papa Innocenzo VIII, al secolo Giovanni Battista Cybo (1432-1492), che riconosce l’esistenza della stregoneria e dà pieni poteri agli inquisitori per dare la caccia, arrestare e condannare maghi e streghe che sono apparsi in diverse regioni della Germania, in particolare nella Renania.

La struttura formale, lo vede diviso in tre parti: nella prima si dimostra l’esistenza della stregoneria e si spiega perché le donne ne sono più affette degli uomini; la seconda analizza le varie forme di stregoneria e i mezzi per combatterla; nella terza si tratta il modo di istituire azioni giudiziarie, dall’arresto, all’interrogatorio e alla tortura, sino alla sentenza e al rogo. Ma al di là della struttura, il “Malleus” applica essenzialmente una discriminazione di genere legata al desiderio di libertà. Infatti, la donna veicolata nel Malleus Maleficarum, non Maleficorum appunto, è “osservata” come contenitore di negatività; sostengono gli autori che la parola femina, donna, deriva da fe e minus, ovvero fede minore. Dopo una serie di considerazioni sulle negatività femminili, gli Autori affermano che il mondo è stato rovinato dalle donne. Sprenger e Institor citano come esempio Troia che deve la sua sconfitta a una donna, Elena, e che migliaia di greci persero la vita nelle battaglie di cui lei fu la causa. Il regno dei Giudei, secondo loro, scomparve a causa di Jezebel e Roma a causa di Cleopatra. Brevemente, il trattato sintetizza così il “difetto” femminile: “la malefica” o strega, trasuda di desiderio carnale che, con loro, è insaziabile e per soddisfarsi non esitano a sposare demoni e accoppiarsi con Incubi. La donna è dunque la causa di tutti i mali, è attraverso di lei che Satana estende il suo potere sul mondo cristiano.

In realtà le malefiche, arse o torturate, erano donne libere, magari dotate di fascino, che spesso manifestavano le loro opinioni, si opponevano alle violenze, si rifiutavano di soccombere, anche sessualmente, alle autorità civili e religiose, oppure ai propri uomini, e magari si riunivano (riunioni considerate dagli inquisitori, Sabba, ovvero incontri con la presenza del Demonio), per consolarsi (semplicisticamente). In sostanza, il loro desiderio di libertà, le loro disobbedienze e i loro atteggiamenti svincolati dalla massa, erano la minaccia maggiore agli occhi degli inquisitori osservanti del Malleus. Erano secoli fa, ma l’ossessione verso chi ha comportamenti indipendenti ed elabora un pensiero non allineato è somigliante. Ad esempio, i No vax hanno fatto una scelta, quella di non sottostare all’imposizione di una “protezione” dubbiosa, fatta troppo velocemente e in un regime di concorrenza spietato a causa dello spaventoso business, in un contesto di emergenza sanitaria che sta creando perplessità crescenti. Questi sono accomunati, strategicamente e subdolamente dal mainstream, nella stessa categoria dei ribelli, dei disobbedienti, dei “diversi”, dei pericolosi per la comunità, degli “eresiarchi”.

I No pass, tra cui ci sono molti sierati/vaccinati, sostengono la libertà di non assoggettarsi a una “tessera” per essere liberi, per lavorare, appellandosi alla “legalità” nel suo complesso, dalla Costituzione al concetto filosofico-politico che ha come “faro” i Diritti umani. Così oggi viene sempre più applicato una sorta di Malleus Maleficarum, invece che sulle “malefiche”, sui No pass e No vax Maleficorum!”; inseguiti, schedati, discriminati, rinchiusi (lockdown per i No vax), sospesi dal lavoro, nella globale indifferenza e accettazione di una massa generalmente dogmatica, che pare non analizzi la motivazione per cui ci si sottopone al “siero sperimentale”, sottostando, spesso, alle stesse restrizioni dei “sacrileghi”, ma più gravemente collocandoli tra i “Malèfici” nel quadro di una ipotetica cospirazione eretica e in una separazione sociale che fa forte solo chi gestisce il “sistema”. Un vaccino sperimentale che non garantisce l’immunità, anzi spesso con un Green pass valido si ha un tampone positivo, in barba all’immunizzazione di massa. Inoltre, dando un “occhio” al Pianeta, l’emergenza sanitaria è presente preferibilmente dove viene data una martellante comunicazione ad hoc che tramortisce la massa.

In questo amalgama di discutibile logicità e paradossi, dove una media di meno di quaranta morti “dichiarati” al giorno causa Covid conta più dei circa mille decessi giornalieri per malattie socialmente croniche, oncologiche e cardiache, una cosa che sembra certa è che come allora il Malleus Maleficarum abbagliò per secoli le menti in un visone patologica della donna libera oggi, con un’altra “lettura”, si discriminano persone libere che fanno una scelta, opinabile o meno, ma è una scelta non illegale. In questo patologico sistema, registriamo una condizione che nega il dibattito, nega un confronto tra pareri diversi, esalta esperti tele-virologi agli ultimi posti della classifica mondiale della categoria, e si zittiscono i Premi Nobel, gettando la massa in un lockdown cognitivo. I “Malèfici No pass e No vax”, sono oggi visti come le “malefiche” del Malleus; allora un noto inquisitore era Tomás de Torquemada (1483-1498), che probabilmente lesse il Malleus. Oggi chi sono gli inquisitori?


di Fabio Marco Fabbri