Risplende il falso sillogismo di Enrico Letta

Invecchiando, per fortuna, mi arrabbio meno del solito anche perché, per un fenomeno a me ignoto e oggettivamente misterioso, la rabbia spesso si converte in sonore risate: forse, perché indulgo a pietà per le pochezze umane. Così, se l’altro giorno ho riso di gusto per le affermazioni di Alessandro Zaccuri, ieri non ho potuto frenare le risate ascoltando Enrico Letta, il quale, ospite di Radio Immagina, ha affermato che “il tampone gratuito è come il condono per gli evasori fiscali”.

Ma perché ridere? Semplicemente perché mi pare molto divertente notare come il povero Letta, pur cercando di mettere insieme passabili legami logici fra le proposizioni che pronuncia, non ce la fa proprio, non ci riesce e allora finisce con disperdersi del tutto in analogie senza capo né coda. Il riso nasce dunque dall’abissale distanza fra queste analogie e un uso corretto del pensiero che, tuttavia, è a disposizione di tutti, sol che lo si sappia padroneggiare.

Ebbene, cosa c’è che non va in questa affermazione del segretario dei Democratici? Non va che si tratti di un sillogismo imperfetto, che vien fatto invece passare per un sillogismo perfetto, ineccepibile, benché nella assoluta buona fede di Letta, il quale ovviamente non lo sospetta per nulla, altrimenti avrebbe evitato di farsene invischiare. Infatti, in ogni sillogismo degno di questo nome, le premesse debbono condurre per assoluta necessità logica alla conclusione che da esse derivi. Evito qui di riproporre il celeberrimo esempio di Socrate mortale in quanto uomo, perché tutti gli uomini sono mortali, al solo scopo di non tediare chi legge, ma è di questo che intendo parlare. Qui, invece, ciò non accade. Vediamo perché e in che senso.

La premessa maggiore, sottintesa, dice che bisogna evitare, governando la cosa pubblica, di commettere errori; la premessa minore, espressa, dice che il condono per gli evasori fiscali è un errore da evitare; la conclusione, parimenti espressa, dice che il tampone gratuito è un errore. Dal punto di vista logico, la conclusione è falsa, perché si tratta di un sillogismo imperfetto, dalle cui premesse non deriva per nulla quella conclusione. Infatti, mentre il condono per gli evasori può ben essere valutato un errore nel quadro di una sana politica fiscale, in quanto l’evasione fiscale è e rimane un illecito, non si capisce in alcun modo come e perché non far pagare il tampone debba essere necessariamente considerato un errore nel quadro della attuale politica sanitaria, posto che non vaccinarsi – e dunque necessitare del tampone per via del Green pass – non è altro che l’esercizio di un diritto costituzionalmente garantito: non vaccinarsi non è in alcun modo un illecito. Ecco, dunque, perché il sillogismo di Letta zoppica gravemente: perché parifica un atto lecito e perfino garantito dalla Costituzione – il non vaccinarsi – a un atto illecito e punito dalla legge: evadere il fisco. Dalla erroneità di questo, mai e poi mai potrà conseguire la erroneità di quello. Niente male per il segretario di un partito che aspira a divenire di maggioranza relativa: come dire, parafrasando la nota battuta del Rigoletto, lecito o illecito “per me pari sono”.

Insomma, una gran confusione di concetti e di effetti giuridici i quali, per la loro delicatezza e per le ricadute che possono provocare su tutti noi, meriterebbero assai di più. Meriterebbero che almeno si imparasse a pensare o, in alternativa, a tacere.

Aggiornato il 15 ottobre 2021 alle ore 09:36