La faglia della giustizia

Proprio di una faglia bisogna parlare a proposito della giustizia in Italia. La frattura dell’opinione pubblica tra due masse rocciose pare insanabile. La contrapposizione è stata confermata per l’ennesima volta dalla sentenza d’appello di Palermo sul processo per violazione dell’articolo 338 del codice penale, “Violenza o minaccia ad un Corpo politico, amministrativo o giudiziario o ai suoi singoli componenti”. Qui il garantismo e il giustizialismo sono usati a sproposito, come troppo spesso capita per il malinteso sul loro genuino significato. Qui cade invece a proposito il siparietto tra i due sordi: “Dove vai?”, “vado a pescare”, “ah, credevo che andassi a pescare!”.

Ha fatto comodo a certa stampa corriva definire quella presunta violenza o minaccia con l’espressione “trattativa Stato-mafia” che suggerisce una persistente, orrida collusione con contatti e transazioni tra funzionari e criminali. A ben vedere, la violenza è un atto perpetrato. La minaccia è un atto intimidatorio. Sono due condotte criminali che solo con forzature possono assimilarsi ad un negoziato o ricomprendersi sotto il concetto di trattativa.

La Corte d’appello ha stabilito che la pseudo trattativa non costituisce reato. Ciò significa che non fu trattativa nel senso preteso da chi lo asserisce e che non interessa la giustizia penale. Sennonché gli assertori strepitano. Insorgono contro i negatori accusandoli di mistificare il senso della sentenza che, dichiarando lecito il fatto, lo ha tuttavia confermato; e deducono, con un salto mortale, che la trattativa ne risulta implicitamente provata.

Tale essendo il livello della discussione, non esiste ponte che superi la frattura. Se le sentenze buone sono soltanto quelle collimanti con l’opinione preconcetta che uno può formarsi delle accuse, i fatti in giudizio saranno sempre in balia delle interpretazioni e delle asserzioni di chi giudica cattive le sentenze. Chiamandoli “trattativa” hanno qualificato penalmente i fatti già prima dell’inizio del processo e tolto da subito agli accusati la presunzione d’innocenza. Per costoro la trattativa conserva la patina indelebile del delitto. Di quale giustizia sono paladini?

Aggiornato il 28 settembre 2021 alle ore 09:42