La visione a senso unico di Lilli Gruber

In tema di vergognosa propaganda governativa a senso unico, alcuni giorni addietro Lilli Gruber, nel corso del suo consueto programma serale in onda su La7, ha dato letteralmente spettacolo, per così dire. La celebre conduttrice, autrice nel 2009 di una colossale gaffe in diretta sul fotovoltaico – in cui chiedeva ad un esperto se quest’ultimo funzionasse di notte – ha iniziato la sua puntata di Otto e mezzo, interamente dedicata al cosiddetto super Green pass, con un assist da antologia a Beppe Severgnini, uno dei più entusiasti sostenitori dell’attuale regime sanitario: “Oggi il Financial Times scrive che l’Italia ha introdotto una delle misure più rigide imposte in Europa: il super Green pass è un altro tassello della nuova centralità italiana?”.

Ora, tralasciamo l’imbarazzante risposta del vicedirettore del Corriere della Sera, il quale, in estrema sintesi, ha sostenuto che gli italiani stanno dando al mondo prova di grande serietà, visto che si sono vaccinati oltre 44 milioni di persone, ma si è anche dichiarato ferocemente favorevole all’obbligo vaccinale. Quindi, siamo seri solo sotto costrizione? Vallo a sapere. Ciò che colpisce è la notevole capacità evidenziata dalla Gruber di trasformare il rilievo critico, espresso dal prestigioso quotidiano economico/finanziario britannico, in una sorta di investitura internazionale per una politica sanitaria che sta letteralmente cancellando ogni parvenza di democrazia liberale.

Più avanti, interpellando l’immancabile Massimo Galli, nel tentativo di confutare le crescenti perplessità di Francesco Borgonovo, unico ospite non schierato con la linea del terrore e, per questo, destinato al ruolo di zimbello, la giornalista bolzanina ha chiesto letteralmente all’oste quanto fosse buono il suo vino: “Possiamo dire, professor Galli, che il super Green pass è una scelta politica che si basa su dati scientifici sanitari?”. Ovviamente il nostro campione delle chiusure ha risposto che un tale strumento risponde a una necessità oggettiva. In precedenza, lo stesso infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano aveva insistito sul fatto che i vaccini sono estremamente efficaci per ridurre la mortalità, ma non impediscono di trasmettere il contagio. Tuttavia, alla Gruber non è venuto in mente di porre allo stesso Galli, anch’egli estremamente favorevole all’obbligo vaccinale, la banalissima domanda delle cento pistole che a questo punto pure i sassi sarebbero in grado di rivolgergli: a cosa servono lasciapassare sanitario e vaccino universale se con essi, comunque, non si evita la trasmissione del virus?

E ancora, se come dimostrano i numeri, una persona che non presenta gravi patologie pregresse corre un rischio molto basso di sviluppare una forma grave o critica di Covid-19, perché costringerla a vaccinarsi, quando in ogni caso potrebbe sempre rappresentare un vettore di contagio? Infine, l’apoteosi della informazione a senso unico la Gruber l’ha raggiunta nella seconda parte del suo indecoroso dibattito, in cui ha attaccato uno dei suoi bersagli politici preferiti: Matteo Salvini. Sottolineando con enfasi che il capo della Lega “ha dovuto ingoiare il rospo, dopo aver sostenuto per tutta l’estate che il Green pass rovinava la vita agli italiani”. In realtà, secondo la conduttrice “il Green pass rappresenta una misura necessaria per un Paese che vuole ripartire in sicurezza”.

Quindi, per questa paladina dell’informazione non ci sono dubbi e perplessità nei confronti di un provvedimento abominevole che, nei fatti, esclude dalla vita civile chiunque non si assoggetti a una misura tanto illogica quanto insopportabile sul piano democratico. Ci si chiede a tale proposito se a imporre la medesima misura, che non ha eguali nel mondo avanzato, fosse stato un Governo di centrodestra, la Gruber avrebbe espresso un così evidente entusiasmo di parte? Su questo mi permetto di esprimere più di un dubbio.

Aggiornato il 27 settembre 2021 alle ore 11:59