La Fidal, federazione che rappresenta il Coni nel mondo dell’atletica leggera, ha aggiornato i suoi già demenziali protocolli anti-Covid, imponendo il green pass, o in subordine un tampone o una certificazione che attesti di essere guariti dalla malattia entro i sei mesi precedenti, a tutti coloro che intendono partecipare ad una corsa podistica.

Ciò rappresenta un evidente abuso, in quanto le norme in vigore consentono di svolgere l’agonismo amatoriale all’aperto senza dover esibire il medesimo lasciapassare sanitario. Ma la Fidal, la quale già imponeva l’obbligo di correre i primi 500 metri di gara con la mascherina (pratica assolutamente insensata e che rischia di mandare in alcalosi respiratoria gli atleti), evidentemente si sente più realista del re, come si suol dire. Questo stato di cose non è più tollerabile, tanto nello sport che in ogni altro ambito della vita sociale.

Aggiornato il 10 settembre 2021 alle ore 13:22