Andrea Crisanti, il fenomeno che all’inizio della pandemia di Sars-Cov-2 voleva farci indossare mascherine e guanti anche in casa, oggi propone la follia della geolocalizzazione delle persone che entrano nei locali pubblici; stadi, cinema e teatri compresi.

La sua idea è quella di individuare a ritroso coloro i quali, magari per prendersi un caffè, sono risultati successivamente positivi al tampone. Dopodiché, però, questo genio incompreso non spiega cosa dovrebbe avvenire. Magari egli immagina di far mettere in quarantena, dopo averli ricercati col classico lanternino, tutti coloro i quali si sono trovati contemporaneamente nello stesso luogo in cui ha transitato l’inconsapevole untore. Trattasi ovviamente di una proposta irrealizzabile e dagli inquietanti risvolti liberticidi.

Personalmente ritengo che con queste proposte indecenti i Savonarola del virus, che da circa un anno e mezzo ci ricordano che dobbiamo morire, cerchino essenzialmente di restare a galla sul piano della visibilità mediatica. Ciò con l’intento di riprendere nel prossimo autunno, quando i virus respiratori riprendono vigore, la loro indefessa opera di “scienziati” del brivido.

Aggiornato il 11 giugno 2021 alle ore 11:37