Un programma europeo per la Destra liberale

mercoledì 31 marzo 2021


L’Italia, oggi, ha bisogno d’una Destra liberale e conservatrice. I due termini non vanno confusi, ma debbono ispirare forze diverse coalizzate in modo saldo. Giorgia Meloni coglie ogni occasione per partecipare a convegni di quella definibile come una informale internazionale conservatrice e fa bene. La componente liberale dovrebbe coniugare l’europeismo di Giovanni Malagodi col maggiore federalismo europeo di Luigi Einaudi, più consapevole di quanto ciò che resta degli Stati nazionali sia “polvere senza sostanza”.

Bisogna lasciare questa insulsa retorica contro una presunta eurocrazia dirigista. Il dirigismo comunitario fu ed è frutto di due secoli di dirigismo nazionale. Per realizzare il mercato interno, in presenza di normative nazionali su tutto, bisognò normare a livello sovranazionale. Solo un esempio: per consentire ad un produttore di latte di piazzare il prodotto su tutto il mercato comunitario, bisognò codificare una normativa unica per la forma e dimensione delle buste di latte, per superare quelle degli Stati membri, diversissime, che avrebbero obbligato a smerciare il prodotto in confezioni diverse per ogni Stato membro.

Quelle scelte furono e sono indispensabili. Anche oggi, qualunque cosa se ne dica, l’Unione può contrattare meglio l’acquisto di vaccini che i singoli Stati membri. Qui si va alle origini di tutto il processo. Jean Monnet, per tanta parte il vero padre dell’Unione europea, durante la Prima guerra mondiale s’accorse di quanto le intendenze degli alleati dell’Intesa pagassero tutto più a caro prezzo, per la concorrenza che si facevano negli acquisti. Così riuscì a convincere i governi alleati a costituire cartelli per gli acquisti, da lui diretti.

Replicò l’esperienza nel Secondo conflitto mondiale e, da lì, nel dopoguerra l’idea delle Comunità economiche. Non gli andò bene con la Comunità europea di difesa. Ora, l’integrazione economica può reggere solo se sostenuta anche da una integrazione politica ben oltre la mera cooperazione in seno al Consiglio europeo dei capi di Stato e di governo. Per questo, l’Unione europea ha bisogno di forze armate integrate sotto una catena di comando supernazionale. Spetta alla componente liberale della Destra far capire che solo così l’Unione europea può diventare quella superpotenza in grado di garantire l’indipendenza dei suoi Stati membri. Il sovranismo deve divenire eurosovranismo.


di Riccardo Scarpa