Il generale Francesco Paolo Figliuolo, a detta di chi lo conosce bene, è una di quelle persone che si sente a disagio solo per aver commesso una violazione al codice della strada e non si sente a posto fino a che non paga la relativa sanzione.

È un dirigente apicale dello Stato con i galloni guadagnati sul campo a partire da una dura Accademia Militare e con lunghi comandi in zone dove persone abituate agli agi non resisterebbero neppure una settimana. Aree ove, purtroppo, può capitare che i comandanti debbano portare a casa i propri uomini dentro una bara.

Di questi tempi in cui ci si imbatte in dirigenti nominati non si sa come, avere un buon profilo è già qualcosa!

Chissà cosa avrà pensato Figliuolo quando stamane ha visto la propria uniforme beffeggiata proprio dal giornale (nella foto in basso) che più inneggia alla legalità e al merito e che con quella foto insulsa dimostra le proprie contraddizioni a seconda della convenienza.

E chissà come sono felici a leggere quella prima pagina tutti i militari feriti in missione e i parenti di chi ha lasciato la vita per un Paese in cui molti credono ancora sino all’estremo sacrificio.

Al di là degli approfondimenti penali del fatto che renderebbero arida la valutazione di questa brutta scivolata di stile, dispiace constatare che vi siano individui che a parole assurgono a supremi censori della moralità e di fronte a persone inattaccabili dal solito fronte giudiziario ricorrono alla mozzarella sovrapposta all’Ordine Militare d’Italia quale mezzuccio d’attacco.

Il giornale in questione forse oggi venderà qualche copia in più, ma calpestando quei nastrini neppure può immaginare il dolore che ha causato a chi in qualche valore crede ancora e a chi è ancora orgoglioso di rappresentare il proprio Paese in ogni angolo del mondo.

 

 

Aggiornato il 31 marzo 2021 alle ore 12:20