Morti di Covid, statistiche e dubbi

venerdì 5 marzo 2021


Mi chiedo: se un infermiere raccoglie un morto di Covid, non è che per caso riceve un’indennità, con cui guadagna qualcosa in più rispetto al caso in cui dovesse trovarsi davanti un morto qualunque? Nel tam-tam delle notizie che vengono trasmesse tra persone qualunque, in maniera molto insistente, si parla spesso di anziani congiunti morti, ad esempio, di infarto e di infermieri che giunti nelle case delle rispettive famiglie – per portarli praticamente all’obitorio – quasi con fare ingenuo domandano: “A voi dispiace se scriviamo che è morto di Covid? Ci danno molti euro in più che per un morto di qualunque altro motivo”. Il bello è che accade spesso che i familiari, invece di indignarsi, visto che sono ancora in lacrime, dicono semplicemente: “Sì, fate pure”.

Dato che in Italia si apre un’inchiesta su qualunque cosa – e spesso nemmeno si chiude – sarebbe interessante se gli “united pm of Italy” ogni tanto piazzassero un trojan pure nei telefoni di alcuni inqualificabili operatori sanitari, che oltretutto in questo modo gonfiano a dismisura l’elenco dei morti per Covid, non controllabile con i dati aggregatissimi che finora vengono diffusi.

La sensazione – comunque sia – è che se uno perisce, buttandosi sotto un treno o se si prende in fronte un tram, qualcuno per prima cosa gli fa un tampone anti-Covid. Se dovesse risultare positivo, finirebbe automaticamente nell’elenco dei morti per Covid. Questi metodi, di certo, non servono alla sedicente lotta contro il Covid. Anzi, ne minano la credibilità.


di Dimitri Buffa