Abbiamo capito perché non ci inviano i vaccini

Ho la netta e crescente sensazione di vivere in mezzo a una gabbia di matti o di mascalzoni, fate voi. E ciò non per le acrobazie della politica italiana alle quali, in fondo, siamo ormai tutti avvezzi, ma per una diversa e specifica ragione, emersa in modo chiarissimo nel corso della domenicale trasmissione televisiva in cui Lucia Annunziata intervista politici di rilievo nazionale, mettendoli alle corde, di solito, con domande radicali ed assai stringenti. E ciò sempre, tranne domenica 24 gennaio mentre intervistava Luigi Di Maio sui ritardi con cui Pfizer e AstraZeneca invieranno consistenti dosi di vaccino. In questa occasione, infatti, Lucia Annunziata è rimasta impassibile quando Di Maio ha detto, come nulla fosse, che i contratti stipulati dall‘Europa con queste grandi società multinazionali sono “secretati”. A questa a dir poco strabiliante dichiarazione mi sarei atteso che la Annunziata, fedele al proprio retaggio culturale e giornalistico di matrice comunista, saltasse su, obiettando, chiedendo, interrogando da presso Di Maio, dal momento che il semplice fatto che i contratti dal cui adempimento può dipendere la vita di decine di milioni di esseri umani siano secretati è di sicuro una enormità, che acquista perfino il sapore dell’illecito in un’Europa che dice di essere democratica e perciò votata al libero consenso, alla trasparenza, alla eguaglianza. Invece, no. Silenzio assoluto sul punto da parte di Di Maio, per nulla imbarazzato, e della stessa Annunziata che si fa scivolare addosso questa affermazione come l’acqua su di un parapioggia.

Per il vero, la Annunziata ha poi intervistato un deputato europeo che dopo varie lotte e insistenze ha potuto leggere i contratti – senza poterli fotocopiare – ma con le parti che davvero interessavano delete, vale a dire impossibili da leggere e conoscere. La Commissione europea ha vietato la conoscenza dei contratti. Ora, dovendosi escludere che la Annunziata possa essere complice del misfatto che a breve qui illustrerò, spiace che per distrazione, per stanchezza o per motivi a me ignoti non abbia pressato a dovere Di Maio o il deputato per farci capire perché i vaccini non arrivano e non arriveranno neppure la prossima settimana. Basta mettere assieme gli spezzoni di notizia di cui disponiamo, raccattandoli dai luoghi dispersi dove essi vengono veicolati e cercando di costruire un piccolo mosaico. Prima notizia, per quanto incredibile, è dunque che i contratti di fornitura dei vaccini sono sconosciuti di fatto e inconoscibili in linea di principio. Chiediamoci perché lo siano. Per un solo motivo: perché contengono cose che l’opinione pubblica non deve conoscere. Non possono esserci motivazioni diverse e alternative. Peraltro, è noto come ormai da sempre una delle esigenze proprie delle democrazie occidentali sia la trasparenza dei rapporti, soprattutto quando si tratta di rapporti con i privati. Per esempio, se un ente pubblico affida una consulenza ad un professionista, i termini della stessa vanno resi di pubblico dominio, addirittura con pubblicazione sul sito ufficiale dell’ente di cui si tratta. Ed è bene che sia così: tutti e ciascuno, se vogliono, devono sapere. E allora, come la mettiamo con quei contratti da cui dipende la vita di tante persone? Sciocchezze, neppure degne di una domanda.

Seconda notizia. Qual è la reazione europea quando si comunica da queste due grandi multinazionali che i vaccini tarderanno ad arrivare? Parole, parole, parole e poi la minaccia – risibile – del Tribunale, la cui sentenza, nel migliore dei casi, giungerebbe fra un paio d’anni, quando sarebbe del tutto inutile. Ma la vera notizia non sta in ciò che l’Europa risponde e dice, ma in quello che non dice e tace. In particolare, non dice che sarà in grado di rispondere all’inadempimento dei due colossi farmaceutici, omettendo di pagare la parte rimanente della somma loro dovuta, cioè il saldo del compenso pattuito, peraltro iperbolico, se si pensa che la Pfizer si fa pagare ogni dose di vaccino – pare – circa 14 euro, per cui basta moltiplicare per 14 le circa trecento milioni di dosi che le sono stati ordinati per capire di che cifre stiamo parlando. E se non dice ciò che sarebbe normale opporre ad una parte che non adempie ai propri obblighi contrattuali, è semplicemente perché non può dirlo, dal momento che è lecito supporre che l’Europa abbia pagato la somma interamente dovuta in anticipo, prima che le forniture siano iniziate. In altre parole, l’Europa non può opporre di non pagare il saldo dovuto, perché ha già pagato tutto in anticipo e perciò non ha più carte da giocare in mano. Una vera follia! L’Europa insomma ha pagato una somma iperbolica – oltre 4 miliardi di euro – nel momento stesso della stipula del contratto e senza pretendere nulla in cambio, neppure l’inserimento nel contratto di una adeguata clausola penale che fosse possibile azionare subito in modo automatico, senza dover prima passare da un Tribunale.

E che Di Maio ed altri minaccino azioni legali fa soltanto sorridere, dal momento che se egli pensa in tal modo di far paura ai suoi interlocutori, bisogna dedurne che è vittima della ingenuità di un bambino. Ecco perché i contratti sono stati assurdamente secretati. Perché si voleva occultare all’opinione pubblica europea la follia di tali decisioni, in forza delle quali le due società produttrici possono tutto e l’Europa nulla. Probabilmente i facitori di simili follie si vergognavano a tal segno del loro operato – imbarazzante e ingiustificabile – da preferire tenerlo celato: tener celato che, per imperscrutabili ragioni, si son consegnati, mani e piedi legati,all’arbitrio di due multinazionali.  

Naturalmente, non possiamo sapere se le due multinazionali avessero in animo fin dall’inizio di non consegnare i quantitativi richiesti; se siano andate incontro a possibili difficoltà produttive o distributive; se invece abbiano preferito dirottare una certa quantità di dosi, inizialmente destinate all’Europa, ad altri Stati nel frattempo sopraggiunti come clienti (La Nuova Zelanda? Il Cile? E chi può saperlo?). Forse ciascuna di queste ipotesi gode di una parte di verità. Ma una cosa è certa. Il diritto che direi “naturale” dei popoli europei di conoscere i termini reali di tali contratti dai quali dipende la vita fisica di milioni di esseri umani e quella economica di molti Stati è stato violato impunemente, ripetutamente e con assoluto disprezzo da parte dei governanti. La cosa peggiore è, infine, che la grande stampa nazionale e le televisioni in proposito, ad oggi, tacciono. Perché?

Aggiornato il 25 gennaio 2021 alle ore 11:46