Il partito della pagnotta al potere

Dovevano rivoluzionare il Paese, aprendo il Parlamento come una scatola di sardine, ma hanno finito per confluire de facto nel partito trasversale della pagnotta. Mi riferisco ovviamente ai grillini che, dopo aver inanellato una impressionante sequela di “riforme” a dir poco disastrose, pur di restare in Parlamento si alleerebbero con chiunque. E se Winston Churchill, a chi gli rimproverava l’alleanza con il compagno Iosif Stalin, rispondeva che si sarebbe alleato anche col diavolo pur di sconfiggere la Germania di Adolf Hitler, Luigi Di Maio e Giuseppe Conte non sembra che si facciano molti scrupoli nell’allargare la propria impresentabile coalizione ad un residuato bellico della Prima Repubblica del calibro di Clemente Mastella, pur di sconfiggere la paura di perdere il profumato scranno. Tutto questo, oltre ad evidenziare in modo grottesco la fine delle tante illusioni che il Movimento 5 Stelle ha sparso a piene mani in un Paese sempre più confuso, dimostra l’estrema pochezza dei suoi pseudo dirigenti. Ovvero quei meravigliosi ragazzi, secondo una ricorrente definizione del fondatore Beppe Grillo, i quali avrebbero trasformato l’Italia in un giardino fiorito. In realtà, come i fatti stanno dimostrando, gli stessi meravigliosi ragazzi, dopo aver realizzato che la loro avventura politica è praticamente conclusa, da tempo non fanno altro che curare il proprio personalissimo orticello, cercando di preservarlo intatto fino alla scadenza naturale della legislatura.

E se ai comunisti di una quarantina di anni addietro il loro leader Enrico Berlinguer comunicava mestamente che la spinta propulsiva della Rivoluzione d’ottobre si era fatalmente esaurita, chi si incaricherà di spiegare a ciò che resta del popolo grillino che la loro rivoluzione dolce non è nemmeno partita a causa della più comune delle malattie politiche, ovvero la poltronite? È comunque uno spettacolo deprimente quello che il presunto partito degli onesti, alias della pagnotta, sta offrendo ad una nazione devastata dalla paura e dalle restrizioni imposte da costoro, in accordo con una sinistra altrettanto impresentabile. Uno spettacolo che squalifica la massima istituzione rappresentativa del Paese, il Parlamento, e che spero serva di lezione ai cittadini quando si dovrà tornare alle urne per scegliere i propri rappresentanti, preferibilmente un tantino più seri ed affidabili.

Aggiornato il 19 gennaio 2021 alle ore 09:37