L’insensata dittatura sanitaria

Non sempre mi trovo d’accordo con l’amico Nicola Porro. Tuttavia, la sua attuale posizione di estrema critica sul modo con il quale in Italia viene contrastato il Sars-Cov-2 mi trova in piena sintonia. In particolare, così come egli ha spiegato in un video di una chiarezza esemplare, le misure fin qui adottate nel Paese, oramai diretto da una vera e propria dittatura sanitaria, appaiono anche al sottoscritto in gran parte insensate e controproducenti. Insensato e controproducente è, senz’altro, il sempre più vano tentativo di rincorrere il virus attraverso i tamponi. E non lo dice solo Porro o il modesto scrivente, ma anche molti virologi di chiara fama come Giorgio Palù, uno dei più eminenti esperti della materia a livello mondiale.

Anziché dirottare ingenti risorse umane e materiali nel tentativo folle di isolare tutti i positivi in circolazione, sembrerebbe assai più ragionevole concentrarsi nella cura della malattia e nella protezione di quella minoranza di persone fragili, in gran parte di età avanzata, che rischiano realmente di finire in terapia intensiva o di perdere la vita. Mentre tutto il resto della popolazione, fatte salve alcune misure di base di puro buon senso, andrebbe lasciato libero di vivere normalmente. Ciò è esattamente quello che ha fatto la tanto vituperata Svezia, la quale attualmente si trova in una situazione nettamente migliore della nostra. Migliore anche sul piano psicologico, dal momento che in Italia siamo riusciti nel magnifico intento di inculcare nella stragrande maggioranza della popolazione, terrorizzandola oltre ogni misura, l’idea di un virus più mortale dell’ebola, quando i numeri ci dicono che il 95 per cento dei positivi sono asintomatici e che i morti sotto i 50 anni sono l’1,17 per cento, quasi tutti peraltro già affetti da gravi patologie.

Dal momento che anche quest’ultimo Coronavirus, al pari di altri analoghi virus, manifesta un chiaro carattere stagionale, sarebbe stato assai più logico incentivarne il più possibile la circolazione nei mesi estivi tra le fasce più giovani e sane della cittadinanza, così da ottenere un maggior effetto barriera nei mesi più freddi. Anche perché le insensate misure di chiusura che continuano a susseguirsi – come dice lo stesso Porro “è già scritto che a breve porteranno ad un altro e ancor più catastrofico lockdown” – possono solo rallentare la diffusione del virus, ma non certamente eliminarlo del tutto.

Così accadrà che, sempre proteggendo solo chi deve essere realmente protetto, invece di raggiungere in un anno o poco più l’immunità di gregge, rischiamo di passare un tempo infinito a combattere una guerra persa in partenza, lasciando sul terreno i morti e i feriti di un sistema socio-economico completamente distrutto. Dopodiché, chi occupa la stanza dei bottoni, facendosi dettare la linea da un oscuro Comitato tecnico-scientifico, non provi a far ricadere la responsabilità di un tale disastro sui cittadini comuni. Noi non ci stiamo.

Aggiornato il 23 ottobre 2020 alle ore 10:38