La spallata

martedì 15 settembre 2020


Parliamoci chiaro: una spallata servirebbe come il pane, perché l’Italia è ridotta al lumicino, solo la falsità dei grillini e dei cattocomunisti dice il contrario. Per carità la discesa all’inferno è partita da lontano dal 2011 quando per volontà di Giorgio Napolitano, l’ultimo governo scelto da una maggioranza nata dal voto, fu cacciato via in pochi giorni grazie ad un assedio costruito ad hoc dalla Francia e dalla Germania contro Silvio Berlusconi. Anche allora ci dissero che Mario Monti fosse il salvatore, che avrebbe restituito crescita e vigore, che sarebbe stata una svolta decisiva contro la politica di centrodestra brutta e cattiva, che solo il professore imposto dalla Ue e dal capo dello Stato avrebbe risolto e risanato i danni. Ebbene a guardare i dati del paese da allora ad ora c’è da mettersi le mani nei capelli, dai fondamentali, al debito, al Pil, alle posizioni all’interno dell’Europa, al tasso di disoccupazione, alla fiducia nel futuro, al disagio sociale e alla frattura fra Nord e Sud, una catastrofe.

Se stavamo male tanto da cacciare con un colpo di palazzo Berlusconi per evitare di saltare in aria, come potremmo definirci adesso visto che il paese dal 2011 ad oggi è sprofondato in un pozzo nero da dramma collettivo. Eppure in questi 10 anni è la sinistra che ci ha governati, lo stesso Monti fu voluto dal centrosinistra, dopodiché sappiamo che anche Forza Italia lo sostenne e fu materia da psicanalisi, sindrome di Stoccolma, o il risultato di un inciucio deciso da qualcuno vicino al cavaliere che come altre volte ha finito per buggerarlo al punto da farlo estromettere con un artifizio vergognoso dal senato.

Parliamo dei metodi della sinistra e delle blandizie diaboliche di cui è capace pur di arrivare allo scopo, lo stesso metodo dei governi successivi a partire dall’Enrico stai sereno di Matteo Renzi, fino ad arrivare a quello di Paolo Gentiloni, dopo la legnata del referendum. Perché sia chiaro anche allora dopo la sconfitta del governo che sosteneva il referendum e dopo le dimissioni di Renzi, avremmo dovuto votare come sarebbe accaduto in qualunque altro paese, ma i cattocomunisti pur di non mollare si inventarono l’esecutivo Gentiloni. Alla sinistra le elezioni provocano l’orticaria quando tira una brutta aria per loro e sono capaci di interpretare la costituzione nei modi più bizzarri e fantasiosi pur di mantenere l’osso, ecco perché spesso e volentieri non ci fanno votare anche quando sarebbe scontato e naturale. Fatto sta che dal 2011 al 2018 ci hanno obbligati a subire Mario Monti prima e Enrico Letta, Matteo Renzi e Paolo Gentiloni poi, prima di consentirci di tornare alle urne anche perché a legislatura scaduta impedire il plebiscito sarebbe stato un colpo di stato, ecco perché nel 2018 si è votato.

Però anche allora e al netto della scelleratezza di quel 33 percento dei grillini, la coalizione vincente fu il centrodestra col 38 percento eppure si è fatto credere il contrario, che l’unico vincitore fosse grillo, che dopo i 5 stelle non ci fosse più niente per nessuno e fu lanciato l’amo al quale Matteo Salvini ha abboccato, un trappolone per evitare una nuova elezione. Perché sia chiaro quella del tranello a Salvini era l’unica maniera per evitare di tornare alle urne, visto che allora un’alleanza grillo Pd era impossibile nei fatti e senza soluzioni non restavano che elezioni, non è andata così perché il leader della lega ha abboccato e consentito la nascita del governo gialloverde coi risultati disastrosi che sappiamo.

Tutto ciò per dire che i cattocomunisti, gli eredi di Palmiro Togliatti e Iosif Stalin, quelli della sinistra a cui i grillini si riferiscono interamente, hanno un concetto di democrazia sovietica e proprietaria e quando tira aria di sconfitta la democrazia se la mettono sotto i piedi, ecco perché anche nel 2019 dopo la crisi hanno consumato la peggiore ipocrisia ai danni dell’Italia mettendo in piedi l’esecutivo giallorosso che ci sta portando all’inferno e alla dissoluzione. Del resto in 12 mesi di Conte bis complice il Covid-19, siamo il paese più disastrato in Europa, il più indebitato, il più arretrato, il più sbandato per programmi, progetti e soluzioni, il più sfiduciato dagli investitori, il più emarginato dai tavoli internazionali a partire dal mediterraneo.

Eppure a sentire le interviste e gli show televisivi sembra che tutto funzioni, a leggere i giornaloni funzionali al centrosinistra sembra che non esista allarme rosso sui conti, a scorrere i servizi dedicati al governo sembra che l’immigrazione sia sotto controllo, che la scuola sia partita al meglio, che la ripresa sia alle porte e che a breve l’Europa ci regalerà una montagna di miliardi. Ovviamente non è così ma il contrario, sui progetti del Recovery fund che non sarà un regalo ma un prestito siamo in alto mare, del debito stellare è vietato parlare, è vietato ricordare che i 160 tavoli di crisi sono aperti, come è vietato parlare di una fine d’anno da paura, evviva la censura. Ecco perché diciamo che la spallata serve come il pane, e le regionali e il referendum votando No potranno darcene occasione, se il centrodestra vincesse nettamente la partita dei governatori e subito dopo alzasse la voce per farsi sentire una volta per tutte, vorremmo vedere con quale scusa e quale forzatura si potrebbero impedire le elezioni, a scherzare col fuoco pure il diavolo si brucia.


di Alfredo Mosca