Governo Conte: teatrino delle parole

È finito il momento del teatrino delle parole. Per essere credibili in Europa occorre prima fare e poi chiedere cosa fare. Mentre si discute ogni giorno decine di aziende chiudono e centinaia di persone perdono il lavoro. Le risorse vanno liberate ora. Servono investimenti e liquidità. Diversamente la crisi italiana sarà irreversibile. La sopravvivenza del sistema Europa dipende dalla tenuta sociale ed economica di tutte le sue Nazioni”.

Questi sono alcuni passaggi di una intervista al quotidiano La Stampa della presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati. Cioè la seconda carica dello Stato ha stigmatizzato una situazione davvero preoccupante legata al vuoto propositivo anche del secondo Governo Conte. Ripeto, per la presidente del Senato siamo in presenza di un “teatrino delle parole”.

Il giorno dopo tale denuncia formale ho cercato in tutti i giornali, ho letto tutti i vari comunicati stampa sicuro di trovare dichiarazioni o del segretario del Partito Democratico o del responsabile attuale del Movimento 5 Stelle, Vito Crimi, in cui si prendevano le distanze da simili dichiarazioni. Pensavo cioè che il segretario Nicola Zingaretti avrebbe rivendicato invece il ruolo concreto e operativo del Governo Conte appoggiato dal suo partito, oppure immaginavo la reazione di Crimi o di Luigi Di Maio o dello stesso Giuseppe Conte in cui avrebbero ribadito la serie di innumerevoli provvedimenti presi proprio nell’ultimo anno. Oppure qualcuno come l’ex onorevole Alessandro Di Battista criticare l’ingerenza della presidente del Senato, cioè di un organismo istituzionale super partes, nella attuazione dei programmi di Governo. Invece nulla, addirittura con grande mia meraviglia ho trovato un lungo articolo a firma del segretario del Pd Nicola Zingaretti sul Corriere della Sera in cui dichiarava: “Il Governo non può più tergiversare sul Mes, sul tavolo risorse mai viste. No alla danza immobile delle parole. La danza immobile delle parole, degli slogan, delle furbizie lasciamoli alle destre”.

Cioè Zingaretti usa quasi la stessa frase della presidente Casellati; in fondo il teatrino delle parole e la danza immobile delle parole sono la stessa cosa, sono la stessa immagine di una compagine di governo inesistente, sono l’anticamera di una crisi socioeconomica irreversibile.

Ora mi chiedo e gradirei tanto che i lettori dei miei blog si ponessero la stessa domanda: può il nostro Paese subire ancora questa assurda assenza di “concretezza”, questa imperdonabile assenza di coscienza dello Stato, questa preoccupante superficialità ed irresponsabilità di chi è preposto alla gestione della cosa pubblica? Ma ancora più grave è, a mio avviso, l’assenza di presa di posizione dei partiti di Governo di fronte alle denunce della presidente del Senato. In realtà Zingaretti ha dovuto ammettere che la denuncia della senatrice Casellati era giusta. Ma di fronte ad una simile constatazione, di fronte alla verifica dettagliata della incapacità dei provvedimenti varati dal Governo, o perché i “Decreti attuativi” sono ancora da definire o perché la copertura finanziaria annunciata è solo parziale, di diventare operativi ed incidere davvero sul tessuto socio economico può il nostro Paese rimanere impassibile? Mi chiedo, cioè, se non sia possibile cambiare questa compagine, se non sia possibile di fronte alla ammissione di una simile prolungata atarassia, ammettere che ancora una volta il presidente Conte ha arricchito il suo album di fallimenti strategici, di ulteriori esempi di incapacità gestionale, di concretezza funzionale.

Lo so, la paura è sempre quella legata alla incertezza di una verifica elettorale o alla certezza di un successo di un raggruppamento di destra; lo so il rischio di avere invece del presidente Conte il presidente Matteo Salvini e perdere in pochi giorni il rapporto di fiducia con la Unione europea. Tutte preoccupazioni vere ma che, stranamente, non affrontate e non risolte subito rendono più forte proprio l’attuale opposizione e cosa ancora più grave producono, giorno dopo giorno, un trasferimento silenzioso di parlamentari del Movimento 5 Stelle verso Fratelli d’Italia o verso la Lega. Io vorrei ricordare a qualche parlamentare anziano che il Governo Prodi sistematicamente ogni mese otteneva la fiducia per un solo voto (questo avvenne per ben sei volte) alla settima volta, al Senato, sempre per un voto, il Governo crollò.

Quindi queste sorprese non saranno ormai per questo Governo più sorprese per cui è davvero strano non correre ai ripari e convincersi che per non continuare a sopravvivere con il “teatrino delle parole” occorra “cambiare registro”.

Faccio un esempio banale: basterebbe chiamare presso la Presidenza del Consiglio per una settimana i responsabili dell’Anas e delle Ferrovie dello Stato e affidare subito i lavori di opere già approvate e già assegnate per un valore globale di circa 14 miliardi di euro. Sì, una settimana vera e concreta e non sprecata come quella degli “Stati generali”; poi subito dopo un’altra settimana con il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per capire perché siano fermi gli interventi previsti dai Programmi Operativi Nazionali (Pon) coperti parzialmente dal Fondo di Coesione e Sviluppo della Unione europea e, attraverso un provvedimento adeguato, consentirne lo sblocco delle varie opere entro 30 giorni; una azione del genere attiverebbe risorse subito per ulteriori 7 miliardi di euro.

Analoga azione andrebbe fatta per le dighe, per l’edilizia scolastica, per l’housing sociale, per le reti metropolitane. Ormai la Presidenza del Consiglio, con l’apposito organismo Investitalia il cui compito dovrebbe proprio essere quello di catalizzatore dei vari provvedimenti strategici, deve uscire da questo pozzo di inefficienza e di incapacità operativa; penso che questa mia analisi e queste mie prospettazioni difficilmente saranno contestate da coloro che appoggiano l’attuale compagine perché, oltre ad essere oggettive, sono tutte supportate proprio dalle dichiarazioni di chi direttamente o indirettamente subisce giornalmente le negatività di questa assenza di Governo.

Purtroppo anche le mie rimarranno “parole”; mi dispiace per il Paese perché, come dice la presidente Casellati, “mentre si discute ogni giorno decine di aziende chiudono e centinaia di persone perdono il lavoro”.

Aggiornato il 08 luglio 2020 alle ore 09:50