Un Paese inchiodato sulla paura

Quello che temevo tempo addietro, come testimoniano alcuni commenti pubblicati su queste pagine, si sta drammaticamente realizzando in Italia. Il Covid-19 si conferma clinicamente morto, come ha ribadito il professor Alberto Zangrillo, parlando a nome di una illustre squadra di esperti in vari campi della scienza medica, su La7 domenica scorsa, ma la colossale convergenza d’interessi che ha terrorizzato l’Italia continua a tenere inchiodato il Paese su una paura folle e dagli esisti inevitabilmente più funesti della stessa pandemia. Oramai dovrebbe apparire evidente anche ai sassi che molti sinistri personaggi, usciti dall’anonimato proprio cavalcando la medesima paura, si stanno aggrappando con le unghie e con i denti a ciò che resta di una epidemia che, sempre a parere di Zangrillo, non produce più la temuta malattia: il contagio.

Con poche decine di persone rimaste in terapia intensiva e con una conta discutibile dei pochissimi decessi, che lo stesso pro rettore del San Raffaele definisce sbagliata – in quanto sono persone morte di tutt’altro incidentalmente risultate leggermente positive al tampone – ai professionisti del terrore, ben rappresentati nel mondo dell’informazione, è rimasto solo quest’ultimo elemento per vincere facile nell’ambito di una collettività in testa alla classifica dell’analfabetismo funzionale. Tant’è che in questi giorni, non appena si riscontra un minimo aumento dei positivi, che per la cronaca costituiscono una parte risibile dei tamponi effettuati, si leggono su quotidiani e siti on line titoli di questa natura: “il virus non molla la presa!”; “non possiamo abbassare la guardia!”. Ed è qui che si manifesta in tutta la sua evidenza la grande, enorme responsabilità da parte di chi avrebbe il potere di mettere fine a questo interessato delirio che tanti danni sta creando e creerà in futuro.

Solo il Governo in carica, infatti, potrebbe decretare il ritorno effettivo alla normalità, uscendo già prima della scadenza del 31 luglio prossimo da una emergenza sanitaria che non è più nei fatti già da mesi. Tuttavia, dato che è proprio in virtù, per così dire, di questa sciagura ampiamente ingigantita dal più rigido lockdown del mondo libero che l’Esecutivo Conte è rimasto in piedi, c’è da temere il contrario. Ovvero che il surreale stato di emergenza venga addirittura procrastinato per altri mesi. Ciò anche in considerazione delle elezioni regionali di settembre, nelle quali le forze politiche al comando cercheranno in tutti i modi di capitalizzare il consenso che hanno racimolato facendo leva sull’istinto di sopravvivenza di un popolo oggetto di una vergognosa manipolazione politico-mediatica. Nel frattempo l’economia proseguirà il suo lento arrancare, soffocata da protocolli sempre più assurdi, non potendo più di fatto sostenere, se non in forza di un colossale aumento dell’indebitamento complessivo del sistema, il nostro precedente tenore di vita. Ma a chi guarda solo i sondaggi e manifesta una prospettiva strategica di settimane, se non addirittura di pochi giorni, interessa solo raccogliere i frutti della propria semina dissennata. Il resto, cioè i costi colossali dei propri azzardi morali, li lascia volentieri sulle spalle delle prossime generazioni. Veri statisti da operetta.

Aggiornato il 06 luglio 2020 alle ore 11:23