Mondragone e la bicicletta di Conte

venerdì 26 giugno 2020


Ma quanti fenomeni come quelli di Mondragone rischiamo di dover registrare alla ripresa di autunno se il rischio di nuovi flussi di migranti provenienti dall’Africa e positivi al coronavirus dovessero effettivamente verificarsi nelle prossime settimane? La domanda non ha riposta. Per la semplice ragione che ogni previsione concreta rischia di risultare infondata tranne quella relativa al pericolo che l’intreccio perverso tra pandemia ed immigrazione incontrollata possa produrre forti tensioni politiche e sociali nel Paese. Un pericolo del genere può verificarsi effettivamente se non si fa tesoro di quanto è avvenuto e sta avvenendo a Mondragone e se le autorità competenti non si affrettino ad affrontare per tempo come poterlo prevenire.

Ma chi sarebbero le autorità competenti? Quelle locali, a cui molto volentieri viene spesso scaricato il peso di situazioni difficili, o quelle del Governo nazionale a cui spetterebbe il compito di fissare le linee guida in grado di evitare vicende del genere?

A Mondragone il dilemma è stato risolto dal governatore della Campania, Vincenzo De Luca, che non ha avuto alcuna paura ed esitazione a chiedere l’intervento dell’Esercito per tenere sotto controllo una situazione sempre più esplosiva. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ne sarà stato più che soddisfatto, visto che De Luca, sia pure con l’intento di avviare la propria campagna elettorale mettendosi sulla scia del presidente degli Usa, Donald Trump, ha caricato sulle proprie spalle la responsabilità di una decisione, quella dell’impiego dell’Esercito, che cozza contro la cultura dominante del politicamente corretto adottata acriticamente e passivamente dal proprio Governo.

Ma può il ricorso all’Esercito per placare le tensioni sociali risolvere il problema provocato da quella visione ideologica dell’accoglienza che punta a realizzare una società multietnica e multirazziale senza prevedere gli accorgimenti indispensabili come l’assicurazione di abitazioni e lavoro dignitosi per gli immigrati e le pari condizioni per i cittadini italiani ospitanti? La risposta è, ovviamente, negativa. L’uso della forza può aiutare ma non può essere risolutiva. E, anzi, può rivelarsi un fattore di accrescimento e di più devastante esplosione delle tensioni.

Spetta dunque al Governo prevenire ed evitare nuovi casi come quello di Mondragone. Chi ha voluto la bicicletta e non intende separarsene, deve pedalare!


di Arturo Diaconale