Inciviltà giuridica: un abisso senza fine

L’altra mattina dinanzi alla Corte d’Appello di Firenze ho discusso un processo per tentato omicidio. Notizia non imperdibile direte, a buona ragione, voi. Senonché attorno a me e agli altri presenti in aula si andava allestendo la selva di microfoni e telecamere che avrebbe accompagnato il processo successivo, quello per la vicenda di Martina Rossi.

Uscendo dall’aula ai giornalisti che mi chiedevano del mio processo ho detto, con un sorriso di traverso, che in quelle condizioni l’indipendenza del giudice era al sicuro quanto il mio aplomb anglosassone quando l’arbitro fischia un rigore al novantesimo contro il Milan. Batto ormai da troppo tempo i tribunali del reame per non sapere che se la Corte avesse pronunciato una sentenza di assoluzione si sarebbe scatenato l’inferno. Ieri sera mi sono casualmente imbattuto in una trasmissione televisiva in onda sulla Rai. Ho dovuto assistere, alla solita sceneggiata giustizialista in cui si strumentalizza il dolore delle vittime e dei loro parenti per sostenere che le tesi dell’accusa sono verità rivelate e che le sentenze sono, nel migliore dei casi, inutili orpelli. Che tutto questo vada in onda sul Servizio pubblico mi pare discreta aggravante. Non c’è, all’evidenza, argomento razionale che spieghi per quale ragione questa sentenza, come mille altre in precedenza, sarebbe stata giusta solo se avesse condannato.

Questo è diventato l’unico Paese al mondo nel quale ogni assoluzione è vissuta come una sconfitta della Giustizia, una infamia intollerabile. Non si conosce il processo, neppure si attende la motivazione della sentenza, ma se non si getta in pasto alla pubblica opinione, sobillata ad arte, una condanna e, quel che più conta, un condannato, l’armageddon manettaro si mette in moto inesorabile.

Del resto, come dice Piercamillo Davigo – che non a caso una poltrona nei salotti televisivi la trova sempre – è inutile aspettare le sentenze, ché, si sa, gli accusati son tutti colpevoli che poi, se trovano un giudice che si picca di non farsi scrivere la sentenza dal sentire comune, rischiano pure di farla franca. L’abisso di inciviltà giuridica in cui è precipitato questo Paese è davvero senza fine.

Aggiornato il 11 giugno 2020 alle ore 10:29