La ripresa di Conte è molto lontana

Il patto per la ripresa proposto da Giuseppe Conte può essere realizzato solo a condizione che in tempi rapidi si definiscano i contenuti del patto e si trovi chi, dopo averli condivisi, sia disposto a sottoscriverlo. Al momento, il patto non c’è e, soprattutto, non si vede chi potrebbero essere i firmatari. La questione non sembra costituire un problema per il presidente del Consiglio, evidentemente convinto che dopo l’annuncio non sia affatto difficile predisporre un testo con le indicazioni utili per la ripresa e sia ancora più semplice trovare categorie e forze politiche pronte a condividere come utilizzare gli ingenti finanziamenti attesi dall’Unione europea impegnando la propria forza e la propria credibilità per il cosiddetto “nuovo inizio” della Repubblica.

A dispetto della superficialità di Conte, invece, il doppio problema esiste ed appare molto difficile da risolvere. Perché le forze di maggioranza non sembrano in grado di poter predisporre in tempi utili un testo condivisibile del patto, divise come sono tra chi come lo stesso Conte propone un “nuovo modello di sviluppo” (quale?), chi sembra convinto che il modello cinese possa essere la soluzione e chi, magari solo per tentare di compiere una scalata verso la leadership della sinistra, lancia l’idea di puntare il futuro riproponendo la formula del vecchio socialismo.

Insomma, c’è grande confusione sotto il cielo della maggioranza di governo e la situazione, a dispetto di quanto diceva il presidente Mao, la situazione non è affatto eccellente. Certo, si può sempre mettere insieme un libro dei sogni infilandoci dentro un po’ di luoghi comuni su innovazione, istruzione, difesa dell’ambiente e della salute. Ma tante idee affastellate non fanno una idea innovativa e praticabile. Soprattutto se continua la babele dei linguaggi e delle istanze contrastanti e contraddittorie che domina incontrastata all’interno dell’area di governo. Per non parlare poi della ricerca dei potenziali firmatari di questo confuso libro di sogni irrealizzabili. Che non possono essere solo i responsabili delle categorie ma debbono necessariamente essere i titolari di forze politiche oggi estranee alla coalizione governativa e disposte a cambiare ruolo e posizione senza ottenere nulla in cambio, visto che le ipotesi di rimpasto e di cambio o allargamento della maggioranza sono state bandite dal tavolo della politica da Conte e dai capi partito della coalizione giallorossa. Ed allora di che si parla quando si cita il patto per la ripresa? Al momento del nulla. Come dire che per la ripresa c’è solo da attendere e sperare! Senza illusioni!

Aggiornato il 05 giugno 2020 alle ore 10:01