Ricordate gli avvertimenti al cocchiere del governatore di Milano circondato da una folla in tumulto di cui parla Alessandro Manzoni nei Promessi Sposi? “Pedro, adelante con juicio”. Togliete ogni riferimento al “juicio”, che di giudizio pare che ve ne sia in giro molta scarsità, ed avete il comportamento di Giuseppe Conte che prevede, ordina e dispone la ripresa e poi è lui a dirci che dobbiamo abituarci all’idea di convivere con il virus. L’altra settimana eravamo fuori dall’epidemia, oggi l’affrontiamo e ci siamo dentro. L’altra settimana le cosiddette misure antivirus, gli “arresti domiciliari” cui siamo tutti condannati sembravano finiti, oggi si discute quali siano i casi in cui è ammesso allontanarsi da casa.

Quando finirà non si sa. Il fatto è che una delle più terribili prove cui un Paese possa essere portato ad affrontare le dobbiamo superare sotto la guida di saltimbanchi di governanti che tutto promettono e nulla sanno realizzare. Rilancio, ripresa! Già non se ne parla più. Si parla di una “Fase 2” che poi man mano viene fuori che è una “Fase 1” in mezzo a uno tre quarti. Ieri, un po’ per scherzarci sopra, un po’ per rappresentare l’estrema varietà delle questioni cui stiamo andando incontro, ho voluto dire qualcosa della prostituzione e delle prostitute di strada. Della loro scomparsa dai viali della periferia e dei problemi per il loro riapparire.

Oggi mi accorgo di aver avuto il cattivo gusto di scherzare col fuoco se non avremo istruzioni sull’uso della mascherina nel mercato del sesso abbiamo le controversie su ciò che significa “congiunti”. Viene fuori che congiunti sono anche i fidanzati. Giusto che non si proibisca che si incontrino, ma non è detto che debbano congiungersi. Il guaio è che ci troviamo ad affrontare una delle peggiori vicende della vita dello Stato italiano con il più incredibile dei governi. Intanto la data del 4 maggio non significherà più nulla o assai poco. Magari solo il tentativo di specificare e regolare ciò che nella vita di ogni giorno difficilissima è ogni forma di previsione e di regolamentazione.

Figuriamoci l’idea di fondare su certe percezioni balzane la ripresa della vita normale. C’è poi da aggiungere che non sembra che chi dovrebbe si renda conto della connessione e dipendenza della possibilità di ripresa economica a quella degli altri Paesi d’Europa e del mondo. Che possa riprendersi l’economia italiana quando negli Stati Uniti siamo ancora a quella che adesso si chiama la “Fase 1” e “il morbo infuria”, è ben difficile e pare che questi signori che siedono oggi nei palazzi del Governo in Italia, ben poco chiare abbiano le idee su quelle che sono le interconnessioni dell’economia mondiale. Si piange all’idea dei ragazzi cui si impone di marinare la scuola ma al contempo non pare che si sia mosso un dito per evitare questa ulteriore iattura.

Si capisce, certa gente nelle cui mani è il nostro presente e forse il nostro avvenire con scuola, istruzione, cultura, ben poco hanno a che fare e probabilmente si innervosiscono al solo fatto che se ne parli. Intanto dobbiamo sopportare questa “Fase 2” che non è, lo dicevamo, che una “Fase 1” e qualche decimale. Così si aspetta che finisca l’infuriare del virus. Chi vivrà, perché certamente qualcuno sopravviverà vedrà. Non sarà un bel vedere.

Aggiornato il 29 aprile 2020 alle ore 12:55