L’autorevolezza perduta dei tecnici e degli scienziati

martedì 24 marzo 2020


Tra gli errori più gravi commessi dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dai suoi ministri nella gestione della pandemia da coronavirus, figurano l’eccesso di sovraesposizione strumentale della Protezione civile ed un uso altrettanto strumentale del mondo scientifico che hanno provocato una pesante perdita di credibilità agli occhi dell’opinione pubblica del Paese di due organismi di fondamentale importanza non solo per l’uscita concreta dalla crisi in atto ma anche (e soprattutto) per la tenuta morale e psicologica della società nazionale.

Per quanto riguarda la Protezione civile, la colpa da addebitare al Governo è di aver dato l’impressione di averla messa al servizio degli interessi contingenti e mutevoli dell’Esecutivo. Inizialmente l’organismo guidato da Angelo Borrelli è servito per sostenere ed avallare il tentativo di minimizzare il pericolo di espansione della pandemia in Italia. Successivamente, nel momento in cui è apparso fin troppo evidente che continuare a minimizzare non era più possibile, è stato utilizzato per l’esatto contrario. Cioè per alimentare il clima di preoccupazione che ha giustificato tutte le misure ispirate al cosiddetto “modello cinese” che hanno chiuso la penisola in una morsa sempre più stretta e hanno costretto gli italiani a vivere in una condizione simile a quello dello stato d’assedio. Alla Protezione civile, quindi, è toccato prima di avallare la tesi che il coronavirus era una influenza in tutto simile a quelle stagionali che non giustificava allarmismi inutili e dannosi e poi di convincere gli italiani che solo la chiusura in casa ed il blocco di gran parte delle attività lavorative e produttive avrebbero potuto frenare una malattia dagli effetti largamente letali.

Il bollettino quotidiano letto in diretta televisiva da Borrelli ha perso il suo valore informativo per diventare il supporto indispensabile delle diverse azioni governative e la Protezione civile ha progressivamente perso la sua credibilità come organismo autonomo, indipendente ed al servizio della comunità nazionale fuori da ogni condizionamento politico.

Errore analogo è stato commesso nei confronti degli scienziati, degli esperti, dei tecnici. Che in gran parte si sono allineati alle indicazioni governative per spirito gregario ma che hanno anche colto al volo la palla della grande visibilità data dalla paura del coronavirus per dare vita ad una fiera della vanità personale che ha provocato lo sconcerto, la confusione e la sfiducia crescente degli italiani per dati sempre più cangianti e incerti.

Non ci potrà essere una ricostruzione dopo la guerra al virus se non si compirà il massimo sforzo per ridare autorevolezza e massima credibilità sia alla Protezione civile che alla comunità scientifica. Tra i compiti che il Governo e le istituzioni debbono compiere questo è sicuramente uno dei principali!

 


di Arturo Diaconale