Il proporzionale dei vecchi maggioritari di sinistra

Chi punta a realizzare un sistema proporzionale pare convinto che cancellando il maggioritario, da cui uscirebbe sicuramente vincitore il centrodestra, si realizzerebbe un sistema in cui, come è avvenuto per la formazione del Governo giallorosso di Giuseppe Conte, il Partito Democratico diventerebbe l’asse portante e potrebbe realizzare facili alleanze con i diversi pezzi della sinistra in nome della comune opposizione alla destra.

L’aspetto singolare di questa convinzione è l’uso della logica maggioritaria nel portare avanti la proposta del ritorno al proporzionale. Perché mai si dovrebbe riprendere il meccanismo della rappresentanza divisa tra i singoli partiti se poi il risultato di questa divisione dovrebbe essere l’unione di tutte le forze di sinistra per contrastare le destre rinchiuse nel ghetto delle forze estranee al patto costituzionale? Ma accanto a questa bizzarria logica ce n’è una seconda ancora più evidente. Consiste nella applicazione al futuro sistema proporzionale dello stesso schema di riflessione del vecchio sistema proporzionale della Prima Repubblica. Quello secondo cui la Dc collocata al centro dello schieramento dava stabilità al sistema alleandosi alle forze riformiste della sinistra o applicando la politica dei due forni. Uno schema che adottato nel futuro darebbe al Pd la stessa funzione della Dc e lo trasformerebbe nell’asse del sistema consentendogli di giocare come avviene adesso con il forno del M5S e quello di Italia Viva o realizzando un fronte progressista con l’ala di sinistra del movimento grillino.

La bizzarria dello schema è nel non prendere neppure in considerazione che in un sistema proporzionale non è la collocazione politica ad assegnare i ruoli, ma è la dimensione numerica dei partiti. La Dc della Prima Repubblica svolgeva il compito di asse portante del sistema non solo perché godeva della conventio ad excludendum imposta dalla Guerra fredda ma anche perché superava il 30 per cento dei consensi e risultava determinante per qualsiasi maggioranza di governo.

In un sistema proporzionale, in altri termini, il centro è rappresentato da chi può contare su un consenso superiore al 30 per cento. In questa legislatura la forza di centro è stata il Movimento Cinque Stelle, che non a caso ha formato i governi prima con la Lega e poi con il Pd. Nella prossima sarà il partito che avrà superato l’asticella del 30 per cento. Con ogni probabilità la Lega. Che incomincia a muoversi in questa prospettiva!

Aggiornato il 19 febbraio 2020 alle ore 10:21