La “Quarantena Bis”

Dal 41 bis alla “quarantena” – sempre bis, e talvolta anche ter o quater a quanto sembra – il passo è stato inevitabilmente breve. Anzi, brevissimo. Abituati in Italia e in gran parte del resto del mondo, che fu occidentale, a questi cambiamenti istituzionali più o meno espliciti verso democrazie sempre più autoritarie e illiberali, il panico sanitario, fosse anche più che giustificato come in questo caso, era la ciliegina che mancava alla torta.

L’elemento finale per diventare tutti un po’ cinesi a dispetto della idiosincrasia da coronavirus. Come in un romanzo catastrofista di Cormac McCarthy, abbandonata ogni retorica e ogni dibattito su ciò che è bene e ciò che è male, la paura del contagio ci porterà ineluttabilmente all’homo homini lupus. E l’emergenza sanitaria è ben più sfruttabile politicamente dell’ormai stucchevole emergenza sicurezza. Che ha rotto le scatole a tutti e che fa acqua da tutte le parti. Ora c’è una “meravigliosa” nuova angoscia – per giunta geopolitica – con cui fare propaganda a un tanto al chilo. Il coronavirus per ora “nun se batte”.

E adesso un bella provocazione ai buonisti: se cominciassero i futuri contagiati a provenire in massa dai barconi e a trovarsene a frotte tra i loro sfortunati passeggeri, come reagiremmo?

Come gli idioti che se la sono presa coi governatori delle regioni bene amministrate dai leghisti – che non sono tutti cloni di Matteo Salvini – che ipotizzavano quarantene per i bambini cinesi o anche italiani ma provenienti dalla Cina con volo aereo di ritorno dalle vacanze?

Li hanno sbeffeggiati e deprecati e adesso tutte le scuole d’Italia hanno proprio quel problema che si doveva nascondere. Sotto l’accusa di “razzismo”.

Oppure stavolta anche i buonisti comincerebbero a comportarsi come i cittadini della immaginaria cittadina dell’ultimo film di Jim Jarmusch invasa dagli zombie proprio per un misterioso virus che fa risorgere i morti dal cimitero locale? Accoglienza o piuttosto ben mirati spari alla testa di queste creature, che tornano sulla terra dalla morte invocando uno smartphone e una connessione wi-fi per non farli rinascere mai più?

Probabilmente questo virus farà più danni politici che sanitari, quindi. E anche le procedure grottesche con cui in Italia si sta mettendo in quarantena chiunque ipoteticamente possa essere stato contagiato o considerato a rischio di esserlo ricordano quelle della legislazione antimafia.

Dal 41 bis alla quarantena bis il passo è stato già fatto. Si dà la caccia a chi potrebbe aver incontrato – ad esempio – dei non ancora meglio identificati turisti di Taiwan che, tornati in patria, si sarebbero ammalati in maniera conclamata ma che prima di tornarvi avrebbero soggiornato a Roma o a Venezia. Se uno per strada ipoteticamente fosse stato filmato (e riconosciuto) grazie a una telecamera mentre stava dando un’indicazione stradale proprio a questi due di Taiwan, che si fa? Lo si va a prendere a casa per trasportarlo in quarantena forzata?

Una volta passata l’idea che il fine giustifica i mezzi – così come accade da 30 anni in Italia nel diritto penale speciale antimafioso (e ora con i grillini anche in quello ordinario di tutti i poveri Cristi) – la gente ha finito di vivere.

E il paradosso è che ci accorgeremo solo allora che il vero contagio cinese, il famigerato “pericolo giallo”, sarà stato quello di essere diventati come loro e di venire governati tra menzogne ed emergenze. Proprio come loro. Con la paranoia al potere. E soprattutto nella Costituzione.

Aggiornato il 11 febbraio 2020 alle ore 12:16