Un referendum per tagliare Bonafede

C’è il referendum sul taglio dei parlamentari. E c’è anche il referendum sul sistema elettorale proposto dalla Lega per realizzare un sistema maggioritario puro. E qualcuno sostiene che c’è anche il rischio di fare confusione tra i due referendum mescolando l’uno e l’altro senza che poi si realizzi né il primo, né il secondo.

Ma il ritorno in campo del referendum non è privo di altre conseguenze. Prendiamo il caso dell’ostinazione del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede di applicare dal primo gennaio la legge sulla prescrizione, quella che stabilisce il “fine processo mai”. E di farlo senza rispettare l’impegno a subordinare l’entrata in vigore del provvedimento alle misure di snellimento dei processi tese a bilanciare gli effetti perversi della norma giustizialista che condanna gli imputati a restare tali per il resto della loro vita.

“Alle misure di snellimento dei processi – ha detto il ministro calpestando gli impegni presi a suo tempo – ci penseremo dopo il 7 gennaio”. Come dire che il “fine processo mai” si applicherà subito, lo snellimento dei processi mai. Di fronte a tanta improntitudine che si aspetta a lanciare, proprio il sette gennaio, il terzo referendum della serie? Quello contro la legge Bonafede sulla prescrizione che, in attesa dei tagli alle lungaggini processuali, porterebbe alla abrogazione del “fine processo mai” ed al taglio del ministro giustizialista?

Aggiornato il 23 dicembre 2019 alle ore 11:03