È solo una bega della famiglia De Benedetti

Non un commento, neppure mezza parola sono stati sprecati nelle trasmissioni televisive che contano e sui grandi giornali sulla vendita di Gedi ad Exor. I lettori distratti leggono queste due sigle e pensano che si tratti di operazioni tra società che operano nell’iperuranio dell’alta finanza e di cui si occupano solo quelli che operano nelle Borse. Ma quelli più informati sanno che Gedi è la società della famiglia De Benedetti che possiede “la Repubblica”, “La Stampa”, “Il Secolo XIX” e una catena di importanti giornali locali e che Exor è la holding della famiglia Agnelli. E prendono atto come dalla mattina alla sera una parte di estremo rilievo dell’informazione italiana che ha condizionato dagli anni Settanta in poi in maniera spesso determinante la politica italiana sia stata venduta e passata nelle mani della famiglia che a sua volta è stata al centro di ogni vicenda nazionale dagli inizi del secolo scorso ad oggi.

Magari tutto rimane come prima. Nel senso che, come auspicano i giornalisti di Repubblica, linea, retribuzioni e assetti redazionali non subiranno modifiche dalla nuova proprietà. Ma non sarebbe stato il caso di accendere una luce informativa su una questione che non può non incidere sul sistema informativo nazionale visto che Exor controlla Fca, quest’ultima è in via di fusione con Peugeot e che tra gli azionisti dell’azienda automobilistica francese figura la Francia di Emmanuel Macron?

Forse, però, porre interrogativi del genere è inopportuno. E meglio sarebbe inquadrare la vicenda come una bega familiare dei De Benedetti, L’ingegner Carlo aveva proposto ai figli di rivendergli i giornali e loro, Edoardo, Marco e Rodolfo, gli hanno fatto “tiè”! Insomma, una storia di “parenti-serpenti”.

Aggiornato il 04 dicembre 2019 alle ore 10:29