La sventurata Trenta dispose

martedì 19 novembre 2019


Non bisogna accanirsi sulla ex ministra della Difesa Elisabetta Trenta per la faccenda della casa di 180 metri quadri, con quattro stanze, doppi bagni e salone doppio a due passi da Piazza San Giovanni a Roma. Basta con il crucifige su cui si stanno distinguendo non solo gli avversari politici ma, soprattutto, i suoi compagni di partito. Questi ultimi hanno tanto insistito sull’uno vale uno e sul fatto che ad occupare posti di governo ci può andare anche la casalinga di Voghera. Ed ora che la Trenta, da oscura consulente del ministero della Difesa e frequentatrice della Link University ha mostrato la propria debolezza umana preferendo la casa di rappresentanza al due camere e cucina al Pigneto, dove abitava prima di diventare ministra, dovrebbero mostrare maggiore comprensione. Gli umani, infatti, cedono alle debolezze.

Come insegnò a suo tempo Alessandro Manzoni muovendo a pietà per la Monaca di Monza che “sventurata rispose”. E come si dovrebbe comportare oggi Luigi Di Maio di fronte alla Trenta, che “sventurata, dispose” (l’assegnazione dell’appartamento  al proprio marito).

La carne è debole e la voglia di casa è forte. Soprattutto quando si tratta di trasferirsi dal Pigneto a San Giovanni.


di Orso di Pietra