“Il Bomba” è tornato

Con la proposta choc di spendere ben 120 miliardi di euro in tre anni in infrastrutture, sbandierata ai quattro venti da Matteo Renzi in questi ultimi giorni, possiamo dirlo: “Il Bomba” è tornato! E dobbiamo inoltre aggiungere, sulla scorta della dura reprimenda espressa dall’economista Veronica De Romanis, la quale ha invitato il leader di Italia Viva a indicare le coperture per questa sua ennesima genialata, che si tratta di uno choc specificatamente destinato agli sciocchi che ancora credono ai miracoli dell’attuale politicaccia.

In realtà, la valanga di miliardi indicati dal politico di Rignano sull’Arno, 4 volte l’attuale manovra messa in campo dall’attuale maggioranza giallo-rossa, sono come i famosi aerei di Benito Mussolini, mandati in massa tra un aeroporto e l’altro per impressionare gli osservatori stranieri. In pratica stiamo parlando di quattrini virtuali che appartengono agli sconquassati bilanci di competenza delle nostre tante amministrazioni pubbliche. Soldi puramente contabili che vengono di volta in volta spostati da un capitolo di spesa all’altro solo per coprire le tante falle di un bilancio pubblico sempre in bilico. Tant’è che se fosse vero quanto ha ripreso a raccontare Renzi, ossia che decine di miliardi sarebbero giacenti nei molti cassetti della nostra smisurata burocrazia, non si comprenderebbero affatto le difficoltà che incontra l’attuale guardiano dei conti, il ministro Roberto Gualtieri, a reperire qualche “spicciolo” per tenere ancora in piedi la baracca del suo Governo.

In questo senso, vista anche la condizione precaria del nostro crescente indebitamento, la quale potrebbe divenire disperata nel caso non certo remoto di un nuovo choc (questo sì) globale di natura finanziaria, sarebbe il caso di smetterla con le balle spaziali finalizzate, per evidenti ragioni di visibilità politica, a sostenere un pericoloso sentimento di autoinganno collettivo, il quale lo stesso Renzi, quando era premier, ha notevolmente contribuito ad alimentare. Soprattutto dopo gli ultimi dissesti causati da maggioranze irresponsabili, su tutti il disastro auto inflitto dell’ex Ilva di Taranto, il Paese avrebbe sempre più bisogno di autorevoli parole di verità, costi quel che costi.

Aggiornato il 19 novembre 2019 alle ore 10:41