La plastica di Patuanelli

venerdì 15 novembre 2019


ArcelorMittal ci ha detto in modo plastico che non è in grado di rispettare il piano industriale e di conseguenza il piano occupazionale e questo il Governo non può accettarlo”.

La dichiarazione è del ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, dopo l’incontro con i rappresentanti dell’azienda franco-indiana decisi a chiudere gli altoforni dell’acciaieria di Taranto ed abbandonare l’impresa al suo destino. Il senso delle parole del successore grillino di Luigi Di Maio allo Sviluppo economico è stato subito chiaro: ArcelorMittal si ritira ed il Governo è deciso a fermarla con una grande battaglia legale.

L’unico punto che ha suscitato perplessità è stato il termine usato da Patuanelli per definire il modo con cui l’amministratore delegato dell’azienda ha comunicato la decisione di uscire di scena. Un modo “plastico”. Non inequivocabile, secco e neppure sintetico o addirittura brutale. Ma “plastico”. E che vuol dire?

In tanti si sono cimentati nel tentativo di trovare una risposta plausibile all’arcano. Ma tutto è stato inutile fino a quando a qualcuno è arrivata una soffiata illuminante.

Patuanelli ha usato il termine “plastico” per far comprendere la determinazione del Governo a far recedere i franco-indiani dal loro proposito. Non solo con la prospettiva di una azione giudiziaria di risarcimento danni ma anche con la minaccia di allargare la tassa sui tappi di plastica alle parole di plastica di ArcelorMittal!

Da Di Maio a Patuanelli. Di male in peggio!


di Orso di Pietra