Rai: Anzaldi e la mission etica dello chef antisionista

E così, probabilmente, su proposta del renziano segretario della Commissione di Vigilanza Rai Michele Anzaldi, ora entrato in Italia Viva, Viale Mazzini metterà a libro paga lo chef Rubio, appena uscito da Discovery. La proposta è arrivata con un provocatorio e rivendicativo tweet di Anzaldi che si chiede se “la Rai avrà il coraggio di proporgli un programma magari che parli di ultimi e periferie e sappia interessare i giovani oppure ci sarà un pregiudizio politico per le sue idee o in questa Rai vengono ingaggiati solo biografi e supporter di Salvini?”. Fermi tutti! Già suona letteralmente comica la recriminazione da parte di un esponente di spicco dell’ex Pd a trazione renziana che, nei migliori anni dell’ex premier rignanese, ha occupato anche i sottoscala e i ripostigli della Rai con stracci, scope e mocho portati dal Nazzareno. Già la pretesa di riconoscere al noto chef in uscita da Discovery ed in perenne bulimia da visibilità il diritto divino ad un degno paracadute parassitario riservato ai famigli di una consorteria, Italia Viva, che non tocca il 6 per cento, grida vendetta agli occhi di tutti i contribuenti. L’aspetto inaccettabile della vicenda, è però un altro. In tempi di accuse di antisemitismo indirizzate soltanto alla destra, forse bisognerebbe interrogarsi, o meglio ancora, girare alla commissione Liliana Segre l’interrogativo sull’opportunità di stipendiare con soldi dello stato un personaggio che dal 2016 non fa mistero alcuno di considerare gli ebrei israeliani “esseri abominevoli”, “vermi sionisti”, “piccoli nazisti sionisti” e “cancro del mondo”. La sinistra, sempre indulgente con i suoi, e attenta a rimarcare la ipocrita e comoda differenza tra antisemitismo e antisionismo, da un paio d’anni seguita a chiudere un occhio sulle intemperanze del suo nuovo idoletto, bramoso di “eliminare fisicamente” gli avversari sovranisti così come di sferzare sul web con il suo disprezzo e livore gli ebrei di Israele.

Cerchiamo di capirci, il punto è che ad attendere la nuova chef-star, secondo Anzaldi, è la magnifica mission e progressiva di reclutare il consenso dei giovani con esaustivi approfondimenti da Chef su tematiche in fondo molto semplici come la gestione delle periferie cittadine e dei flussi migratori. Ecco, se l’etica è una scienza scomparsa dal mondo intero, scriveva Jorge Luis Borges, dovremo inventarla un’altra volta. Ed è lampante che dell’etica anche il quasi-Vip ha fatto il suo imperativo categorico, spiegando che continuare a girare per gli ascolti non è mai stata e mai sarà una mia peculiarità e farlo mi avrebbe reso infelice e ancora più nervoso di quanto già non fossi. Quando non mi vedrete più in tivù sarà solo perché l'avrò voluto io e non il vostro Dio. Ascolti, peraltro, già in progressivo calo da tempo e sul cui andamento il segretario della Commissione di Vigilanza ha chiaramente chiuso anche l’altro occhio. La prospettiva è dunque che sulle spalle dei contribuenti dell’azienda radiotelevisiva italiana verrà a pesare anche un’assunzione ‘a prova di ciechi’. Se, poi, lo chef insiste nello scomodare “il vostro Dio”, qualcuno gli ricordi che “... Dio salverà i suoi”. Con molta curiosità attendiamo di scoprire come si regolerà la Commissione Segre nei confronti del’ennesimo mercato delle indulgenze verso quell’antisemitismo ancor più livido, torbido e lercio perché farisaicamente occultato dall’odio antisionista, di cui chef Rubio è uno dei numerosi interpreti. 

Aggiornato il 13 novembre 2019 alle ore 15:19