La catastrofe politica del Pd grillizzato

La catastrofica vicenda dell’ex-Ilva di Taranto ha drammaticamente messo in luce il gravissimo errore politico commesso dal Partito Democratico. Errore politico irrimediabile che si è manifestato non nell’aver dato vita ad una alleanza di governo con il Movimento 5 Stelle, ma nell’essersi fatti letteralmente “grillizzare” da codesta compagine di sprovveduti scappati di casa. In questo senso la stragrande maggioranza degli osservatori di una certa esperienza, insieme a chi scrive, pensavano che la compagine di Nicola Zingaretti, dall’alto di una esperienza politica che viene da molto lontano, avrebbe imposto rapidamente la sua linea ai pentastellati, gran parte dei quali da tempo consapevoli di non avere alcuna possibilità di tornare in Parlamento nel caso di elezioni anticipate. Lo stesso ragionamento valeva a suo tempo e vale anche oggi nei riguardi del nuovo partito di Matteo Renzi, Italia Viva, che nell’eventualità di un rapido scioglimento delle Camere non sarebbe in grado di organizzarsi in modo tale da creare un effettivo disturbo allo stesso Pd.

Inoltre, la costante polverizzazione del consenso che sta registrando il M5S, tanto nelle elezioni locali che nei sondaggi, è tale da renderne completamente scarica la minaccia di rompere la maggioranza. Tutto ciò avrebbe dovuto spostare inesorabilmente l’asse dell’Esecutivo verso la componente politica, il Pd, che sul piano dei consensi medesimi si sta sicuramente dimostrando più solida. Invece abbiamo prima assistito ad un continuo cedimento dei dem nei confronti di alcuni diktat imposti dai grillini, in special modo sui temi sensibili del diritto e su quelli ancor più rilevanti delle tasse, per poi giungere ad un loro incredibile appiattimento sulle posizioni dei pentastellati più oltranzisti, votando al Senato la mozione contro lo scudo penale, ripristinato parzialmente ad agosto in favore di ArcelorMittal, che ha innescato una vera è propria bomba atomica sulla politica italiana.

Secondo tutti i sondaggi in circolazione, la maggioranza dei cittadini interpellati ritiene che la principale responsabilità della crisi che sta devastando il futuro della più grande struttura siderurgica d’Europa sia esclusivamente da ascrivere all’attuale Governo. E questo, unito ad altre vicende nelle quali sono stati i dem a farsi dettare la linea dei grillini, dimostra in modo plastico che oramai la frittata politica è fatta per il partito di Zingaretti. Il rischio di subire passivamente l’abbraccio mortale da un M5S in autodissoluzione politica per manifesta incapacità si sta fragorosamente materializzando nell’opinione dei più.

A questo punto, viste anche le stime di crescita per i prossimi anni che ci vedono tutte all’ultimo posto in Europa, le possibilità di restare nella stanza dei bottoni il più a lungo possibile, portando a casa qualche significativo risultato da spendersi sul piano elettorale, sono pressoché nulle. Pertanto al Pd non resta altro che una doverosa presa d’atto di una situazione senza via d’uscita, se non quella di arrivare ad elezioni anticipate il prima possibile onde salvare il salvabile. Ciò con l’unica prospettiva di tornare tra i banchi dell’opposizione, visto il largo successo che il futuro centrodestra, o destra-centro che dir si voglia, è destinato a raccogliere nel prossimo rinnovo del Parlamento. Largo successo che potrebbe assumere dimensioni bulgare qualora la sinistra cosiddetta di governo si ostinasse tenere in piedi una alleanza che sta producendo solo danni al Paese.

Aggiornato il 11 novembre 2019 alle ore 11:55